I primi mesi del 2018 hanno visto il ritorno sui mercati della volatilità, come se il periodo di bassa volatilità degli ultimi anni stesse volgendo al termine. ”Non si parla solo dell’azionario, anche sul mercato obbligazionario è in aumento”, evidenzia a riguardo Witold Bahrke, senior macro strategist di Nordea Asset Management.
Per l’esperto la ragione di ciò è ”da cercarsi nel quadro macroeconomico sottostante ed è legata, in particolare, ai cambiamenti di politica monetaria”. Va ricordato come entro la fine dell’anno, le principali banche centrali del mondo ridurranno con ogni probabilità l’acquisto di titoli governativi rendendo il 2018 ”un anno ricco di sfide”.
Se questo è il quadro generale che potrebbe caratterizzare quest’anno, dati i recenti movimenti dei tassi di interesse, in netta deviazione rispetto al trend degli ultimi anni, per Bahrke ”cercare riparo in strumenti tradizionalmente sicuri, come obbligazioni governative di alta qualità, potrebbe non essere abbastanza”.
Vix: il barometro della paura dei mercati
Il mix tra incremento dei tassi di interesse da parte delle banche centrali e incremento dell’inflazione, visti i recenti segnali di risveglio, rappresentano un peso sulle prospettive delle obbligazioni a più lunga scadenza, che potrebbero essere le più vulnerabili, per lo meno dal punto di vista ciclico”. Dunque un potenziale ”duration shock” si colloca al primo posto tra le preoccupazioni che affliggono gli investitori.
Quali sono, dunque, le possibili alternative di investimento in queste condizioni? ”La soluzione più interessante consiste nell’adozione di strategie a breve duration che guardino ai segmenti più sicuri del reddito fisso come le obbligazioni garantite”, sostiene in linea con la sua analisi senior macro strategist di Nordea Asset Management.
Le obbligazioni garantite offrono tipicamente una protezione sia contro il rischio di duration sia contro l’aumento della volatilità. ”Non solo, offrono anche un rendimento più alto rispetto alle obbligazioni governative equivalenti, senza compromettere la qualità del credito. Non a caso questo tipo di strategie sono state tra le migliori nell’affrontare la turbolenza che ha colpito i mercati in febbraio”, ha concluso il suo aggiornamento sui possibili investimenti per il 2018 Witold Bahrke, senior macro strategist di Nordea Asset Management.
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