5 domande a...

Salone del Risparmio 2018, l’asset manager? Per il campione di rugby François Pienaar come un coach

Nel corso della nona edizione del Salone del Risparmio Money.it ha intercettato François Pienaar, campione del mondo di rugby nella nazionale del Sudafrica del 1995 e interpretato da Matt Damon nel film “Invictus” diretto da Clint Eastwood nel 2009.

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Alessio Trappolini

Pienaar è stato protagonista della conferenza di Investec Asset Management, nel corso della tre giorni organizzata da Assogestioni (clicca qui per vedere l’intervista concessa a Money.it da Gianluca Maione, Country Head Italia di Investec Asset Management).

Di seguito le cinque domande che abbiamo rivolto al campione mondiale di rugby François Pienaar.

La vita professionale di uno sportivo è relativamente breve e dunque il tema degli investimenti finanziari ha un ruolo prioritario per pianificare il proprio futuro. Lei che approccio ha avuto con il mondo del risparmio gestito nel corso della sua carriera?

Il rugby ha a che fare con la passione. Gran parte della mia carriera si è svolta in modo amatoriale, poi ho avuto la fortuna di vivere il rugby dal punto di vista professionistico. Ciò significa essere pagati per seguire la propria passione e questo offre maggiori opportunità per poter pianificare il proprio futuro finanziario. Quando un professionista termina la sua carriera succede che il proprio reddito si riduce drasticamente, tuttavia rimane necessario trovare entrate alternative per sostenere un determinato stile di vita. La pianificazione finanziaria fa parte della mia vita fin da quando ero più giovane, tuttavia ritengo che per uno sportivo sia fondamentale circondarsi di un team fatto di professionisti del settore.

Secondo lei in uno sport come il rugby qual è il ruolo che più si avvicina a quello del gestore di patrimoni?

Il coach! L’allenatore di un team sportivo ha a che fare con una molteplicità di asset: dai propri giocatori fino allo staff medico, ad esempio. Così come avviene nella gestione di denaro, ciò che determina il successo di un team piuttosto che un altro è la capacità del proprio coach di trovare gli equilibri fra gli “asset” che gestisce. In fondo quel è il compito di un coach? Direi che è quello di scovare le potenzialità di ogni suo player e tirarle fuori in modo da “sovraperformare” gli altri team. Per utilizzare termini finanziari direi che il coach di una squadra è il direttore dell’asset management e il capitano della squadra siede nel suo board.

Secondo lei come si è evoluta l’economia del Sudafrica in seguito alla caduta dell’apartheid fino ai giorni nostri? Quali sono le opportunità d’investimento che a suo avviso può offrire il Sudafrica oggi?

Le opportunità che può offrire il Sudafrica sono enormi. Dopo la caduta dell’Apartheid il Paese si è riaperto al mondo esterno e quindi agli investimenti, tuttavia rimangono delle questioni che impediscono al Sudafrica di emergere del tutto. Parlo di stabilità politica in primo luogo, ma non solo. In Sudafrica vi sono due grandi problemi sociali: ampie sacche di disoccupazione, soprattutto giovanile, e un alto grado di corruzione endemica, soprattutto nella classe politica. Questi elementi hanno portato al declassamento del Sudafrica, deciso da alcune Agenzie di rating lo scorso anno, tuttavia ci sono molte iniziative interessanti attive per stimolare e rilanciare l’economia. Un esempio molto positivo è la YES Campaign (Youth Employment Services), nata lo scorso anno per promuovere la cultura del lavoro fra i giovani, ma esistono molti esempi di campagne attive per favorire l’educazione e contrastare la corruzione.

Nel corso della sua brillante carriera hai avuto l’onore di conoscere da vicino Nelson Mandela. Qual è il ricordo più bello che associa alla sua carriera da professionista?

I miei ricordi più belli sono associati alla nascita dei miei due figli, con cui ho un bellissimo rapporto. Nella mia carriera ho molti highlights importanti, quanto a Madiba invece, la cosa più interessante è che la nostra amicizia è nata dopo la Coppa del mondo del 1995. Mi ritengo un uomo fortunato perché non è comune veder nascere un’amicizia come la nostra, fra un uomo di politica e un uomo di sport. Come dicevo, la nostra amicizia è andata al di là dell’evento sportivo del ’95, tanto che Madiba è stato Padrino di battesimo di mio figlio. Ribadisco, l’amicizia nata dopo l’evento sportivo è stata di gran lunga più importante dell’evento stesso.

Che effetto le ha fatto rivedersi nel film di Clint Eastwood “Invictus”, con Matt Damon che ha interpretato il suo ruolo?

Ho visto il film, molto bello! La prima volta che ho visto il film è stato a Los Angeles, nel corso di una premiazione. Sono rimasto emozionato, è vero, ma devo dire che la storia reale è di gran lunga migliore ed è stato un privilegio viverla in prima persona.

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