5 domande a...

Wouter Van Overfelt (Vontobel AM): un approccio bottom up per battere il benchmark sul lungo raggio

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Alessio Trappolini

Money.it ha intervistato Wouter Van Overfelt, portfolio manager del fondo Emerging Market Debt di Vontobel Asset Management. Il gestore ha spiegato l’approccio bottom up con il quale la casa di gestione di origine svizzera tenta di battere i benchmark dei mercati emergenti sul lungo raggio. Di seguito l’intervista integrale.

Nelle ultime settimane i mercati hanno sofferto il rischio di ulteriori misure protezionistiche negli Usa. Ritiene che vi potranno essere ricadute significative per l’economia mondiale e in particolare per i Paesi emergenti?

Sicuramente si tratta di politiche commerciali potenzialmente negative per tutti i mercati internazionali, anche quelli emergenti. Per ora si è trattato di proposte riguardanti nello specifico solamente i mercati di acciaio e alluminio, due mercati relativamente poco influenti sulle importazioni statunitensi. Al momento tuttavia ritengo che i mercati più colpiti non siano i mercati emergenti bensì altre aree economiche come ad esempio Canada ed Eurozona. Al netto di queste considerazioni ritengo che sia ancora presto per dire cosa succederà in futuro. Certamente questo tema rappresenta uno dei maggiori rischi da monitorare nel 2018.

Ritiene che l’introduzione dei dazi da parte degli Usa potrebbe portare Paesi come la Cina a ridurre i propri acquisti di Treasury americani con il fine di influenzare la politica dell’amministrazione Trump?

È un evento che certamente non può essere escluso a priori, ma ritengo che non si verificherà. Io non credo che la Cina si faccia influenzare da questi temi per quanto riguarda gli acquisti di Treasury americani. Credo che questi due elementi non abbiano una reale relazione diretta e qualora si dovessero verificare sarebbe deleterio per entrambe le economie, pertanto spero e penso che ciò non si verifichi.

In questa fase di mercato conviene investire in obbligazioni EM in valuta locale o in Dollari statunitensi?

Per prima cosa vorrei puntualizzare che si tratta di due asset class differenti in quanto è diverso il rischio che si assume. Investendo in hard currency si assume rischio di credito, ma va distinto il caso di investimenti in asset Sovereign e asset Corporate in quanto sono diversamente sensibili ai movimenti dei tassi d’interesse (hanno diverse duration). Con gli investimenti in local currency oltre al rischio di tasso si corre il rischio valutario specifico. In questo quadro, io non credo che abbia senso dire se si preferisce l’una o l’altra asset class. Credo che la preferenza fra un asset denominato in Dollari o uno denominato in valuta locale la faccia il contesto di mercato nel quale viene valutato un portafoglio. Al momento noi di Vontobel AM siamo fiduciosi su entrambe le tipologie in quanto riteniamo che la Fed sarà molto cosciente nel rialzo dei tassi d’interesse per evitare di provocare shock nel mercato.

All’interno dei Paesi emergenti, c’è una Nazione sulla quale siete più esposti? Se sì, perché?

Dipende dal punto di vista dell’investimento. Il nostro è un approccio di tipo bottom up. Per quanto riguarda il lato Corporate non guardiamo tanto all’appartenenza geografica ma ai fondamentali. Cerchiamo di selezionare le migliori aziende da questo punto di vista. Al momento siamo positivi su società appartenenti a Brasile e Russia. Lato Sovereign funziona in maniera simile: selezioniamo le obbligazioni che ci possano garantire la remunerazione per il rischio. Pertanto posso dire che la country allocation è una conseguenza del nostro approccio bottom up.

Dal lancio del Vontobel Fund - Emerging Markets Debt il fondo ha ottenuto una performance di oltre il 30%, sovraperformando del 5% il benchmark. Per proseguire in questa direzione su cosa punterete in termini di investimenti nel 2018?

Continueremo con il nostro solito approccio di tipo bottom up. Come dicevo prima, selezioniamo le migliori opportunità fra le obbligazioni meno care disponibili in uno specifico momento nel mercato. Questa è la via maestra che seguiamo: comprare a basso prezzo in un’ottica di lungo periodo, perché crediamo che sia una strategia premiante sul lungo raggio indipendentemente dalle oscillazioni di breve periodo del mercato.

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