Il Value Investing è una fra le strategie d’investimento più diffuse e vanta fra i suoi fedeli anche il celebre investitore statunitense Warren Buffet.
Amiral Gestion, casa d’investimento francese nata nel 2003 e che oggi vanta più di 4,2 miliardi di AUM grazie ad una gamma di 6 fondi d’investimento, crede fortemente in questo stile d’investimento.
Ne abbiamo parlato con Francisco Rodríguez D’Achille (nella foto), Head of Institutional Sales di Amiral Gestion. Per il manager non esiste nessuna contrapposizione fra lo stile d’investimento Growth (orientato alla crescita) e i Value (più orientato alla determinazione del valore intrinseco di un asset): “La differenza si trova nel modo in cui si valuta quella crescita e come si intende trarre beneficio futuro senza incorrere nel pagamento di tassi troppo alti”, ha spiegato D’Achille a Money.it.
Di seguito l’intervista completa.
Nell’ottica di un portafoglio globale ed un orizzonte temporale al di sopra di 5 anni, siamo convinti che l’Asia, paesi sviluppati e non, sia una regione che retribuirà molto bene in futuro. Scendendo a livello paese, stiamo vedendo ottime opportunità su paesi como la Korea del Sud, Vietnam, Giappone, Hong Kong; tutti con un’importante miglioramento nelle aree di corporate governance e capital allocation. Per noi è fondamentale che le società che entrano in portafoglio abbiano un’importante sconto con rispetto al suo vero valore intrinseco ma è altrettanto vero che ci posizioniamo su società con forti barriere di entrate, vantaggi competitivi sostenibili nel tempo e una politica de allocazione del cash intelligente e mirata alla creazione di valore per l’azionista.
L’analisi fondamentale, il fatto di capire bene il business e i suio fattori qualitativi e un margine di sicurezza ampio e affidabile è al centro della nostra filosofia. Il ciclo attuale ci indica un rallentamento globale senza avere segnali di preoccupazioni eccesive, quindi bisogna essere sempre più selettivi e rimanere all’interno del proprio circolo di competenza. Il Value Investing è legato alla gestione attiva che, proprio in questa fase di mercato, può essere la filosofia più adeguata da seguire poichè bisogna trovare decorrelazione e generazione di alpha di fronte alle incertezze.
Ci sono gestori che le differenziano, noi invece coi chiediamo sempre: chi vuole comprare una società che non cresce? Non esiste. La differenza si trova nel modo in cui si valuta quella crescita e come si intende trarre beneficio futuro senza incorrere nel pagamento di tassi troppo alti. Noi siamo molto cauti al momento di valutare i flussi futuri delle società in cui investiamo per evitare di entrare in trappole di valore. Il Value e il Growth possono convivere e, infatti, sono due caratteristiche che non devono guardarsi dalla distanza.
Per noi il rischio viene generato da una perdità constante e irrecuperabile del capitale, perciò è importante diventare specialisti delle società che seguiamo. La volatilità rappresenta tante volte un’opportunità da accogliere, infatti, se questa volatilità viene data da fattori esterni al business e non danneggia i fondamentali della società, deve essere visto come un’opportunità di acquisto a prezzi più attraenti. Il rischio per un cliente finale viene dato, invece, da una cattiva conoscenza propria nello stabilire il suo orizzonte temporale e capacità di navigare durante mercati mossi.
La pazienza, la curiosità e la razionalità crediamo siano fattori fondamentali. Più sono i fattori qualitativi che quantitativi quelli che distinguono ad un gestore Value. Il famoso “common sense” non è sempre facile da applicare perché ognuno di noi ha i propri bias comportamentali ma, se si valuta un gestore Value, troveremo che una caratteristica principale deve essere la capacità di avere un pensiero contrarian e oggettivo.
Leggi l'articolo sul sito