L’evoluzione di numerose tecnologie, dal campo medico a quello automobilistico, ha un unico filo conduttore: il 5G.
Secondo un report rilasciato da Barclays, la tecnologia supporterà un milione di dispositivi per kilometro quadrato, connettendoli online. In sostanza, tutto potrà andare in rete, con ovvi benefici per il comparto dell’Internet of Things.
Huawei può considerarsi un capofila nelle apparecchiature per le telecomunicazioni 5G. Due i fattori che hanno favorito l’ascesa globale di Huawei: l’affidabilità e l’economicità delle soluzioni proposte.
Lo scorso maggio, le autorità statunitensi hanno proibito al colosso delle telecomunicazioni cinese di fare affari con le società statunitensi (ban che, per ora, è stato sospeso) a causa di non meglio precisate minacce per la sicurezza nazionale (il timore è che le compagnie cinesi all’estero siano chiamate a svolgere attività di spionaggio).
Non solo. Gli Usa hanno esercitato pressioni su numerosi Paesi per ostacolare Huawei (e Nuova Zelanda e Australia hanno provveduto a bloccare l’azienda per motivi di sicurezza nazionale).
In uno studio intitolato “Mobile 5G Commercialization: Market Demand and Service Revenue Forecast”, GlobalData sostiene che entro il 2024 vi saranno 1,5 miliardi di utenti 5G attivi, con un giro d’affari che potrebbe raggiungere i 301 miliardi di dollari. In questo quadro, sarà l’Asia ad avere un ruolo di primo piano: per l’area, il fatturato previsto dovrebbe attestarsi intorno ai 122 miliardi di dollari.
Per seguire la nuova rivoluzione di internet, Vontobel e Solactive AG hanno collaborato per creare il Solactive 5G Technology Performance.
L’indice è un Net Total Return (prevede il reinvestimento dei dividendi distribuiti, al netto delle tasse) ed è composto da 20 società operanti nel settore delle telecomunicazioni e dei semiconduttori. Il listino viene ribilanciato ogni sei mesi, sulla base di una serie di regole decise da Solactive.
La metodologia di selezione dei titoli da inserire all’interno del paniere si basa su un universo che comprende azioni quotate nelle Borse di Australia, Austria, Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Hong Kong, Irlanda, Italia, Giappone, Olanda, Norvegia, Nuova Zelanda, Portogallo, Singapore, Spagna, Korea del Sud, Svezia, Svizzera, Regno Unito e USA, con una capitalizzazione di almeno 750 milioni di dollari e con un volume di trading giornaliero medio di almeno 2 milioni di dollari nei tre mesi precedenti alla selezione.
Oltre a queste barriere, la selezione considera solamente le società appartenenti a cinque categorie specifiche:
Solactive assegna un punteggio tematico relativamente al numero di registrazioni di brevetti sul 5G e sulla fondazione, appartenenza e/o attiva partecipazione a un 5G Consortium selezionando le 10 azioni con lo score più alto.
Le altre 10 vengono selezionate sulla base di un punteggio finanziario, assegnato sulla base del Free Cash Flow nell’ultimo anno fiscale, delle spese di ricerca e sviluppo, dei margini di profitto e della Cash Position nell’ultimo anno fiscale.
All’ultimo ribilanciamento ordinario, avvenuto lo scorso 15 novembre, le società che compongono l’indice Solactive 5G Technology Performance sono: American Tower, Apple, AT&T, Broadcom, China Mobile, China Telecom Corp., China Tower Corp., Cisco Systems, Crown Castle International, Deutsche Telekom, Intel, Juniper Networks, KDDI Corp., LM Ericsson Telefon, Mitsubishi Electric, Qualcomm, Samsung Electronics, SK Telecom, STM e Xiaomi.
L’indice vede una preponderanza di società statunitensi (47,2%), seguite da quelle cinesi (11,5%) e giapponesi (10,6%). A livello settoriale, il 56,1% delle aziende del Solactive 5G Technology Performance Index fa parte del comparto tecnologico, il 28,8% sono società di telecomunicazioni, il 10,1% sono società finanziarie e circa il 5% è rappresentato da industrie.
Dal momento del lancio, il 3 dicembre 2018, l’indice ha messo a segno una performance del 12,10% (portandosi da 100 a 112,10 punti). I massimi storici sono stati segnati l’8 novembre 2019, a 113,96 punti.
Fonte dati: Solactive AG. Aggiornamento alle 14:00 del 20 novembre 2019
Calcolando le variazioni dal 4 gennaio 2019, le azioni che hanno registrato la performance migliore sono STM (+100,46%), Apple (+79,61%) e Qualcomm (+55,41%). Al contrario, a rallentare l’avanzata delle quotazioni del listino sono state Xaiomi (-28,51%), China Telecom (-19,69%) e China Mobile (-19,69%).
Fonte dati: Bloomberg. Aggiornamento alle 14:17 del 20 novembre 2019
La società che ha registrato le migliori performance sul Solactive 5G Technology Index è STM (ponderazione al 6,5278%).
Dal grafico settimanale si nota come le quotazioni di STM siano riuscite a recuperare gran parte del territorio perso a fine 2018 con il crollo dai livelli dei top di aprile 2004. Da gennaio 2019, i corsi hanno rotto importanti resistenze, come quella statica a 16,60 euro, ereditata dai top di settembre 2017, e quella dinamica ottenuta collegando i top di giugno 2018 a quelli di luglio 2019.
Il forte movimento ascendente in essere è inoltre riuscito a catapultare l’RSI settato a 14 periodi all’interno della soglia di ipercomprato, fatto che non accadeva da giugno 2017.
In questo quadro però, il forte movimento direzionale, unito alla compressione dei corpi delle ultime tre barre settimanali, indica come possa essere stato raggiunto un potenziale livello obiettivo da parte degli acquirenti. A mettere in difficoltà la prosecuzione della fase rialzista è anche il livello orizzontale a 22,98 euro.
Rimane quindi una possibilità più che concreta assistere ad una correzione del titolo, che si trasformerebbe in inversione solo con la discesa sotto 13,80 euro, dove verrebbe violata la media mobile semplice a 200 settimane.
Per gli investitori italiani che volessero seguire il nuovo trend che rivoluzionerà il nostro modo di vivere la tecnologia, il 10 dicembre 2018 Vontobel ha emesso sul SeDeX di Borsa Italiana il Tracker Certificate con ISIN DE000VN9EGH2. Il prodotto replica (in linea di principio in modo lineare, 1:1) l’andamento del Solactive 5G Technology Index, è stato collocato ad un prezzo di 100 euro e prevede commissioni di gestione dell’1,20%.
Dal momento dell’emissione, il Tracker Certificate ha beneficiato di un apprezzamento del 19,35%, mentre la scadenza è fissata all’11 dicembre 2028.
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