Diventare un consulente finanziario può essere davvero molto costoso. E non solo in termini di fatica e di studio, viste le materie previste nel programma d’esame e le conseguenti esercitazioni necessarie per superare il test scritto, ma soprattutto in termini economici.
Infatti, dopo aver pagato la tassa prevista per presentare la domanda di partecipazione all’esame e averlo passato, per iscriversi all’Albo unico tenuto dall’Organismo dei consulenti finanziari bisogna pagare uno dei tre contributi previsti per la propria categoria di riferimento.
I consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede dovranno sborsare 300 euro, i consulenti finanziari autonomi 500 euro, e le società di consulenza finanziaria 3 mila euro. Inoltre, tutte le categorie di iscritti devono anche pagare una marca da bollo di 16 euro e versare una tassa di concessione governativa di 168 euro.
Il contributo versato per iscriversi all’Albo non è però l’unico previsto. Ogni anno, entro il 15 di aprile, il consulente finanziario abilitato all’offerta fuori sede deve pagare la cifra di 185 euro per restare nell’Albo.
La cifra prevista per i consulenti finanziari autonomi e le società di consulenza è la stessa del contributo pagato inizialmente per l’iscrizione: rispettivamente 500 e 3 mila euro.
Ma non è tutto. Per svolgere la sua attività, il consulente finanziario deve anche sostenere importanti costi operativi. Tra questi: quelli per i mezzi di trasporto, per l’abbigliamento, per il commercialista e per eventuali collaboratori.
Tutti questi costi tagliano nettamente lo stipendio di un consulente finanziario. Quest’ultimo, secondo le ultime indagini di mercato, si attesta dai 45 mila ai 250 mila euro lordi annui a seconda del grado di anzianità e del portafoglio clienti.
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