Bund tedeschi troppo cari, nel 2019 meglio il Treasury americano
Mentre Wall Street si accinge a chiudere il suopeggior dicembre dal 1931 ci si interroga se l’alta tensione sui listini azionari mondiali abbia carica sufficiente per proseguire anche nel 2019.
L’anno entrante si preannuncia vorticoso già dalle premesse anche perché il ciclo economico iniziato dieci anni or sono sembra scricchiolare. Non tutti, però, la pensano così. Joseph Little (nella foto), Global Chief Strategist di HSBC Global Asset Management, pensa che quello che abbiamo di fronte sarà un anno pieno di sfide e cambiamenti, ma non per questo traumatico.
"La situazione economica globale sta passando dalla divergenza ciclica del 2018 ad un’economia trainata da due motori di crescita: Cina e Stati Uniti. L’andamento di queste due economie sarà davvero importante per la crescita economica del prossimo anno”, ha spiegato Little nell’Outlook sugli investimenti per il prossimo anno.
L’assunzione di fondo cui fa riferimento il gestore è che dopo un 2018 difficile per gli investitori l’anno entrante vedrà un rallentamento della crescita globale ma non una recessione.
“L’economia statunitense è destinata a rallentare, passando da una crescita ben al di sopra dei trend ad una crescita media standard entro la seconda metà del 2019, accompagnata da un graduale aumento dell’inflazione core”.
Pesa poi la scarsità di munizioni delle Banche centrali qualora dovessero fronteggiare un’ulteriore crisi. «L’allentamento delle condizioni finanziarie e monetarie dovrebbe tradursi in una crescita solida ma, dati gli elevati livelli di indebitamento delle società, si teme che la politica monetaria possa non essere così efficace come in passato. - argomento l’esperto - Anche i livelli di indebitamento rappresentano un limite all’ammontare delle azioni accomodanti che le autorità vorranno porre in essere per rendere possibile la ripresa economica. Avendo lavorato duramente per rallentare il ritmo dell’aumento del debito e contenere i rischi finanziari, non vorranno tornare indietro gonfiando la bolla del debito. Infatti, mirano ancora a trovare un equilibrio tra il mantenere la crescita e limitare le minacce finanziarie».
L’importanza della resilienza del portafoglio: più Treasury, meno Bund
Dal punto di vista dell’asset allocation, i portafogli di HSBC Global AM dovrebbero riflettere questo cambiamento nelle opportunità di mercato. Nel complesso, la casa di gestione si definisce ancora propensa ad avere una duration sottopesata a livello globale ma, rispetto alla posizione dello scorso anno, vorrà monitorare un incremento della duration complessiva del portafoglio.
“Per quanto riguarda i tassi globali, abbiamo una preferenza per i treasury americani e privilegiamo la parte short e quella centrale della curva. In termini relativi preferiamo nettamente i treasury americani molto più interessanti rispetto ai bund tedeschi molto cari”, spiega Little.
«Vale la pena sottolineare che saranno presenti dei rischi, come ad esempio un eventuale incremento dei trend inflazionistici o la possibilità che il mercato inizi a stimare una maggior inflazione – chiosa il gestore -. Anche se questo non è, a nostro avviso, lo scenario più probabile, lo dobbiamo comunque monitorare attentamente e non possiamo certamente escluderlo».
«Considerando i tassi americani short duration ed il credito americano short duration, notiamo come, molte asset class tradizionalmente percepite come «beni rifugio» offrono un carry più alto rispetto agli anni precedenti. Questo cambiamento di pricing ci permette di costruire la resilienza del portafoglio, aggiungendo all’interno dei nostri portafogli multi-asset alcune classi obbligazionarie che assorbono gli shock e diversificano: riteniamo che questa sia una buona copertura nel caso in cui il panorama macroeconomico diventi meno favorevole di quanto atteso».
Fonte: https://www.money.it/HSBC-outlook-2019-Bund-tedeschi-troppo-cari-nel-2019-meglio-treasury-americani
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