Con MiFID 2 e algoritmi la figura del consulente finanziario rischia di scomparire

Con MiFID 2 e algoritmi la figura del consulente finanziario rischia di scomparire

Questo processo non sarà immediato. Prima si passerà attraverso una fase ibrida in cui la tecnologia saprà convivere con l’elemento umano

A poco più di un anno dall’introduzione di MiFID 2 facciamo il punto con Christian Marson, Investment advisor indipendente. Nell’intervista vengono toccati i temi più caldi del momento che promettono di rivoluzionare il profilo professionale del consulente finanziario

Ad un anno dall’entrata in vigore della direttiva MiFID 2 si possono già quantificare i veri impatti sul mondo della consulenza. Come pensa che evolverà lo scenario?

Entro il 31 marzo tutte le banche e gli intermediari invieranno i rendiconti ai propri clienti. Quest’anno i risparmiatori dovrebbero guardare, quindi, con grande attenzione a questo resoconto. Tuttavia, le richieste di delucidazioni presentate alla Consob dalle associazioni di banche e intermediari finanziari potrebbero determinare un posticipo e questo non ci piace molto.

ESMA ha ricordato recentemente che l’Italia è il paese in cui i costi associati ai prodotti finanziari sono tra i più alti in Europa: gli investitori italiani pagano molto di più dei loro pari europei per la gestione del proprio patrimonio (senza averne peraltro, nella maggior parte dei casi, alcuna consapevolezza). Secondo i calcoli dell’Esma, infatti, nel decennio 2008-2017, i costi degli strumenti azionari venduti alla clientela retail in Italia hanno impattato per il 37% sulle performance lorde quando la media europea si è fermata ad appena il 24%.

Con la nuova rendicontazione potrebbero emergere situazioni di conflitto di interessi come costi sostenuti dai risparmiatori per strumenti finanziari raccomandati non sempre facilmente giustificabili. In mia opinione, altri impatti potrebbero essere: Mifid 2 porterà ad un maggiore sviluppo del mercato degli ETF e in generale delle strategie di investimento basate sull’indicizzazione con costi minori per l’investitore; Indirizzamento verso prodotti della casa e o verso i big player. Con volumi maggiori si può contrattare prezzi migliori; La Mifid 2 amplia lo spettro degli adempimenti richiesti alle imprese di investimento. La valutazione di adeguatezza dovrà avvenire in relazione all’intero pacchetto. Il ruolo del consulente finanziario ne esce valorizzato. Avremo più trasparenza e professionalità prima e dopo la vendita; Per contenere i costi gli asset manager dovranno fare a meno di servizi svolti internamente e procedere con l’outsoucing e automatizzazione dei processi.

Altre conseguenze? Concorrenza fra gli asset manager e sviluppo di piattaforme on line e RoboAdvisory (come ad esempio già sta accadendo per le polizze vita RCA ecc). Queste gestiranno i portafogli dei clienti sulla base di algoritmi, prendendo il posto degli intermediari (consulenti finanziari).

Cito il Financial Times che poche settimane fa, in un articolo, ha scritto che nel giro di 20 anni potrebbe sparire dal novero delle professioni il Consulente Finanziario. Ma questo non accadrà subito. Passeremo ad un modello ibrido. La tecnologia conviverà con l’elemento umano.

La trasparenza sarà fondamentale. Il cliente la chiederà sempre di più. Soprattutto nei momenti in cui, il rendimento sarà minimo o negativo. Poiché la struttura delle commissioni di mercato sarà chiara e fissa, il cliente prima o poi si indirizzerà verso delle realtà meno costose come avviene oggi per gli operatori telefonici.

Consulenza 4.0: vede più rischi od opportunità dalle innovazioni tecnologiche come big data, intelligenza artificiale ed utilizzo di algoritmi?

Vedo opportunità ma non attendiamoci vantaggi per tutti. Consulenza 4.0, big data, algoritmi, intelligenza artificiale saranno sempre più presenti nella gestione dei portafogli. Quattro le conseguenze principali a mio avviso: L’industria del risparmio gestito - per ridurre i costi - richiederà e farà uso sempre più di robot e evoluti modelli di investimento e di risk management; La figura di asset manager che conosciamo oggi tenderà a scomparire; Maggiore specializzazione; Mercati finanziari sempre più imprevedibili; Assisteremo ad una nuova “rivoluzione”.

Tuttavia la mia sensazione è quella che abbiamo già vissuto in passato. Modelli che ora funzionano bene, non lo saranno in futuro. I modelli e gli algoritmi ed i loro “ingegneri” dovranno essere un passo avanti, sperimentare in continuazione (superare ad esempio modelli basati sulla statistica normale), spingersi in territori inesplorati.

Ma un metodo rimarrà sempre vincente cioè quello che analizza o cerca di capire le evoluzioni dei comportamenti psicologici degli investitori che condizionano i mercati. Non è facile ma ancora una volta la diversificazione per strategia ci verrà in aiuto.


Fonte: https://www.money.it/MiFID-2-algoritmi-big-data-consulente-finanziario-rischio-scomparire

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