Consulenza e pianificazione finanziaria in cima ai bisogni degli investitori retail europei

Consulenza e pianificazione finanziaria in cima ai bisogni degli investitori retail europei

Fra gli investitori retail europei è aumentata la necessità far crescere il proprio capitale, sebbene non tutti siano orientati verso prodotti income per soddisfare questa esigenza. La consulenza e la pianificazione finanziaria mantengono invece il primo posto nella lista dei bisogni

Invesco ha presentato i risultati dell’European Investing Income Study, una dettagliata ricerca a livello europeo realizzata con Eumetra MR finalizzata ad analizzare il punto di vista degli investitori retail.

European Investing Income Study di Invesco: i dettagli

La ricerca di Invesco è stata condotta in Belgio, Olanda, Francia, Germania, Italia, Spagna, Svizzera e Regno Unito ed ha coinvolto circa 5.000 investitori privati con un reddito medio annuale di 116.000 euro.

L’obiettivo dell’analisi è stato quello di identificare le motivazioni che spingono il risparmiatore ad investire, seguire i dettami di un’accurata pianificazione finanziaria e a fare ricorso a prodotti income all’interno del proprio portafoglio. Di seguito le evidenze principali emerse dallo studio.

Perché le persone investono?

In Europa le famiglie investono prevalentemente per il loro futuro e per migliorare il loro tenore di vita. Il nucleo familiare medio europeo investe per finanziare in media circa cinque progetti che riguardano il patrimonio familiare, la sicurezza finanziaria e i progetti dei singoli individui.

Se 50% delle famiglie tedesche investe per finanziare un particolare acquisto, come una casa, un’automobile o una vacanza e il 57% delle famiglie francesi lo fa per assicurarsi una vecchiaia serena, gli italiani sembrano dedicare grande attenzione ai progetti familiari.

Italiani più attenti alla famiglia, ma su un orizzonte temporale più breve

Il 91% degli italiani investe pensando alla famiglia. Si tratta della percentuale più̀ elevata in Europa, dove la media complessiva si ferma all’83%. Questi investimenti sono destinati, principalmente, a garantire la sicurezza di figli e nipoti (47%) e alla ristrutturazione della casa (46%).

Pur proponendosi un numero maggiore di obiettivi, gli investitori italiani scelgono un orizzonte temporale più breve rispetto a quanto avviene nel resto del continente: non supera infatti i cinque anni, a paragone degli oltre dieci degli olandesi e della media europea che sfiora i sette.

Nonostante l’importanza che questi obiettivi rivestono per la vita degli investitori europei solo il 35% degli intervistati ha piani finanziari definiti per tutti gli obiettivi di investimento. In particolare, in Italia, il 71% degli investitori privati dedica tempo alla pianificazione. Tuttavia, non è emersa una passione autentica per gli investimenti: appena il 17% degli italiani ha affermato che occuparsi dei propri investimenti è un hobby. Una percentuale che è comunque più alta rispetto a quella degli altri Paesi, con l’unica eccezione della Gran Bretagna (27%).

In cerca di reddito e crescita

Secondo l’indagine di Invesco, il 54% degli investitori europei si focalizza su strategie di crescita del capitale, mentre solo il 28% presta attenzione alla protezione del capitale. Queste cifre riflettono la disponibilità ad accettare un certo grado di rischio per raggiungere gli obiettivi finanziari individuali.

La definizione di rischio, però, varia significativamente tra i vari paesi a seguito della crisi finanziaria: il 49% degli intervistati associa il rischio con la perdita potenziale di parte del capitale investito, mentre il 27% associa il rischio finanziario all’investimento alla mancanza di comprensione dell’investimento effettuato.

Se consideriamo gli investitori che citano il reddito come uno dei loro obiettivi, il quadro è molto simile: il 52% di essi preferisce una strategia che combina reddito e crescita, solo il 22% sceglie il reddito e protezione del capitale. L’importanza del reddito è, infatti, aumentata per un significativo 43% degli investitori in Europa nel corso degli ultimi tre anni. Oggi l’86% di essi considera importante conseguire un reddito dagli investimenti effettuati e l’incremento più significativo si ha in Italia dove il 93% ritiene il reddito un fattore cruciale dell’investimento mentre il 39% afferma che potrebbe prendere in considerazione l’idea di investire in strategie che generano reddito.

In realtà solo il 17% del campione fa ricorso a soluzioni orientate all’income, nonostante per l’86% degli investitori l’esigenza di avere un reddito ricorrente dai propri investimenti sia rilevante. A scoraggiare maggiormente gli investitori è il timore che questi prodotti siano troppo rischiosi. In particolare, ne sono convinti i francesi (27%), gli olandesi (26%) e gli spagnoli (25%), mentre per gli italiani (17%) questo aspetto sembra meno problematico. In ogni caso, per tutti, il punto cruciale è la mancanza di conoscenze adeguate.

Aumenta il bisogno di consulenza

Dalla ricerca emerge che la maggior parte degli investitori europei prende decisioni d’investimento in modo autonomo oppure si basa sui consigli di familiari o amici. Negli otto Paesi inclusi nello studio, solo il 14% degli intervistati affida le decisioni e la gestione del portafoglio a professionisti con un mandato di gestione degli investimenti.

Gli investitori italiani sono notevolmente più aperti ai consigli dei professionisti: il 40% incontra regolarmente un consulente finanziario e l’82% afferma che avrebbe bisogno di ancora più supporto e consulenza. Si tratta del dato record per l’Europa, dove la media raggiunge appena il 70%.

Ma quale tipo di consulenza finanziaria vorrebbero gli investitori?

In Europa le porte sono aperte per tutti i consulenti che agiscono come un coach per gli investitori o per i mentori che tengono in considerazione i sogni, le aspirazioni e i progetti specifici degli individui, anziché concentrarsi sulle caratteristiche dettagliate di un prodotto d’investimento.

Il nostro studio evidenzia che oltre il 40% degli investitori è disposto a correre maggiori rischi rispetto ai cinque anni successivi alla crisi finanziaria. Inoltre, la maggior parte di essi è sempre più incline a considerare le strategie di crescita rispetto alla pura protezione del capitale e ritengono importante ricevere reddito dai loro investimenti. A fronte di queste evidenze gli investitori però non agiscono perché temono di non disporre della conoscenza finanziaria sufficiente. Ecco dove dovrebbero intervenire i professionisti: il 70% degli intervistati accetterebbe volentieri una consulenza e sarebbe disponibile a ricevere maggiori informazioni su come iniziare a investire in prodotti income” ha dichiarato Giuliano D’Acunti, Direttore commerciale di Invesco Italia.


Argomenti correlati: Invesco

Condividi questo post