Eltif: a chi sono rivolti e quali tutele per i risparmiatori retail?
La platea di investitori cui gli Eltif si rivolgono è molto ampia: accanto agli investitori istituzionali questi fondi possono essere commercializzati anche presso i privati, sia professionali che retail. Un approfondimento sulle tutele offerte a questi ultimi
La scorsa settimana ci siamo occupati degli Eltif, i fondi europei d’investimento il cui capitale deve essere investito per almeno il 70% in strumenti finanziari (azioni o obbligazioni) emessi da imprese europee, quotate e non, di piccola e media dimensione.
Per approfondire gli aspetti definitori e i criteri d’investimento alle fondamenta degli European Long-Term Investment Fund clicca qui . In questa sede invece andiamo ad esaminare i destinatari finali degli Eltif e l’impianto legislativo alla base delle tutele offerte agli investitori, in particolar modo quelli retail.
La regolamentazione dei fondi Eltif
Dal punto di vista legislativo gli Eltif sono stati introdotti il 19 maggio 2015, quando sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea è apparso il regolamento UE numero 760 del 29 aprile 2015. A livello nazionale la direttiva sugli Eltif è stata recepita il 15 dicembre del 2017 con il decreto legislativo n. 233 che ha allineato le norme contenute nel Testo unico della finanza (Tuf) con la disciplina comunitaria. La norma è entrata in vigore il 28 febbraio 2018.
Nella pratica i fondi Eltif sono soggetti a un duplice livello di regolamentazione: l’autorizzazione all’istituzione e alla gestione del fondo si basa sul regolamento UE 2015/760 prima citato, mentre in relazione al gestore del fondo si applica la disciplina della direttiva AIFM.
La domanda di autorizzazione come Eltif può essere presentata esclusivamente da un fondo di investimento alternativo europeo. L’unica prescrizione giuridica specifica riguarda la forma del fondo, necessariamente chiusa. Quanto al gestore, l’autorizzazione alla gestione di un Eltif può essere richiesta soltanto da un gestore europeo di fondi alternativi autorizzato ai sensi della direttiva AIFM.
Il rilascio di entrambe le autorizzazioni verte in capo all’autorità nazionale competente in materia di vigilanza sui fondi di investimento alternativi. Quanto ai tempi per l’autorizzazione, il regolamento prevede che il processo sia completato entro due mesi dalla data della domanda.
A chi sono rivolti gli Eltif?
La platea di investitori cui l’Eltif si rivolge è molto ampia: accanto agli investitori istituzionali con maggiore propensione al rischio e alla ricerca di rendimenti stabili, questi fondi possono essere commercializzati anche agli investitori privati, sia professionali che retail.
Per questi ultimi, però, sono previsti determinati vincoli che si aggiungono agli obblighi già previsti da altre normative (come Mifid II). L’intento è quello di evitare che gli Eltif finiscano nelle mani di risparmiatori non profilati equamente. In questi casi l’investitore retail è tutelato adeguatamente?
La tutela dei risparmiatori retail
Al fine di tutelare con più efficacia i risparmiatori retail che si espongono sui fondi Eltif, il regolamento comunitario prevede alcuni paletti per chi commercializza questo tipo di prodotti: A monte esiste un meccanismo di valutazione preventiva riguardo l’idoneità dell’investitore retail all’investimento in Eltif; Gli investitori retail con un portafoglio inferiore a 500mila euro dovrebbero investire negli Eltif non oltre il 10% del totale, fermo restando che l’importo iniziale investito in uno o più fondi non sia inferiore a 10mila euro; Gli investitori retail possono riscattare e/o ricevere il rimborso dal fondo prima della fine del ciclo di vita dello stesso, ma solo al ricorrere di determinate condizioni predefinite e comunicate nel regolamento o nei documenti costitutivi del fondo. Tali diritti e le loro caratteristiche principali dovrebbero essere chiaramente espresse se l’orizzonte temporale dell’Eltif supera i dieci anni. In questo caso il gestore dovrebbe indicare chiaramente al sottoscrittore che il prodotto potrebbe non essere adatto a un investitore che non può mantenere un investimento a lungo termine; Il gestore o il distributore dell’Eltif devono ottenere tutte le informazioni necessarie in merito alle conoscenze e all’esperienza, alla situazione finanziaria, alla propensione al rischio, agli obiettivi di investimento e all’orizzonte temporale dell’investitore retail, in modo da valutare se il prodotto sia adatto o meno ad esso.
La diversificazione dei fondi Eltif, come funziona?
Per favorire una maggior diversificazione di portafoglio il regolamento prescrive che il patrimonio di un Eltif non possa essere investito in percentuale maggiore del 10% in strumenti emessi da una singola impresa, in singole attività reali, e non più del 5% in eligible asset ai fini della direttiva UCITS emessi da un unico organismo.
In aggiunta a quanto precede, la capacità dell’Eltif di operare quale fondo di fondi, investendo in quote o azioni di altri fondi Eltif, è limitata ad una percentuale non superiore al 20% del valore del capitale del fondo.
Il ricorso alla leva finanziaria, che deve essere espressamente indicato nel prospetto del fondo, è condizionato al rispetto di questi requisiti prudenziali. In particolare, un Eltif può ricorrere al leverage soltanto se il prestito contratto: Non supera il 30% del valore del capitale del fondo; Sia finalizzato a finanziare l’investimento in attività di investimento ammissibili, ad eccezione di un prestito ad un’impresa di portafoglio ammissibile e soltanto a condizione che le attività di cassa o altra liquidità disponibile non siano sufficienti a finanziare l’investimento; Sia contratto nella stessa valuta delle attività da acquisire; Abbia una data di rimborso non superiore al ciclo di vita del fondo; Abbia quale collateral attività che rappresentino non più del 30% del valore del capitale del fondo.
Fonte: https://www.money.it/Eltif-tutele-risparmiatori-retail
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