Finanza sostenibile: investire rispettando i criteri agro-alimentari. I 76 fondi virtuosi

Finanza sostenibile: investire rispettando i criteri agro-alimentari. I 76 fondi virtuosi

Durante un seminario organizzato a Milano Forum per la Finanza Sostenibile e promosso da MSCI sono emersi i nomi dei 76 investitori istituzionali più attenti all’emergenza idrica e alle nuove tendenze di consumo orientate a cibi e bevande più sani. Ecco i più importanti

Sono 76 i fondi d’investimento virtuosi che hanno messo nel mirino 20 aziende fast-food in tutto il mondo per scongiurare la pratica diffusa dell’uso di antibiotici nella catena di approvvigionamento dell’ambito agro-alimentare.

Questi investitori istituzionali, che in aggregato gestiscono circa 2,5 trilioni di dollari di masse, hanno chiesto ad aziende del calibro di McDonald’s, Domino’s Pizza e altri di ridurre gradualmente fino all’eliminazione totale la pratica dell’uso di antibiotici nelle catene di approvvigionamento globali.

Secondo uno studio presentato a Milano dalla FAIRR (acronimo di Farm Animal Investment Risk & Return) la presenza di antibiotici nel trattamento delle carni potrebbe aumentare la resistenza dell’uomo agli antibiotici e causare fino a 100 trilioni di dollari di perdite all’economia globale entro il 2050.

Fra i fondi istituzionali d’investimento più sensibili alle tematiche agro-alimentari troviamo:

  • Aegon Asset Management
  • Aviva Investors
  • Strathclyde Pension Fund
  • Hermes Investment Management
  • Northstar AM
  • Pax World Investments
  • Solaris IM
  • Actiam
  • Candriam Investors Group
  • Dana IA
  • Trillium AM
  • Natixis Investment Managers
  • Triodos IM
  • Handelsbanken
  • Martin Currie

L’evoluzione del mercato agro-alimentare: rischi e opportunità ESG

La ricerca della FAIRR è stata presentata ieri a Milano nel corso del seminario SRI Breakfast organizzato dal Forum per la Finanza Sostenibile e promosso da MSCI. Nel corso dell’evento sono state analizzate le principali tendenze ESG nel settore agro-alimentare, con l’obiettivo di esaminare i rischi e le opportunità per gli investitori. Nel corso dell’incontro sono stati approfonditi, in particolare, i temi dell’approvvigionamento idrico e dell’orientamento dei consumatori verso cibi e bevande più sani.

Illustrando i risultati di uno studio di settore di MSCI, Leslie Swynghedauw, senior ESG analyst di MSCI ESG Research, ha posto l’accento sul problema della scarsità d’acqua: “lo stress idrico rappresenta uno dei maggiori rischi ESG per il settore Food&Beverage e ha cominciato a manifestare effetti negativi sui rendimenti delle materie prime e sulle forniture di cibo. Tuttavia, abbiamo notato che il rischio viene sottovalutato dalle aziende del settore: meno di un terzo delle società incluse nell’indice MSCI ACWI Food Products and Beverages infatti, affronta le problematiche legate allo stress idrico nella propria catena di fornitura”.

Nel corso della tavola rotonda, i risultati della ricerca sono stati discussi alla luce dell’esperienza di FAIRR, un network di investitori istituzionali impegnati a promuovere gli aspetti di sostenibilità ambientale, sociale e di governance nel settore dell’allevamento.

Gli investitori sono sempre più consapevoli dei rischi associati al sistema alimentare, soprattutto per quanto concerne gli impatti ambientali e sociali dell’allevamento intensivo e del consumo di carne – ha osservato Maria Lettini, director di Farm Animal Investment Risk & Return (FAIRR)– Attualmente stiamo assistendo a una concreta evoluzione del mercato alimentare e delle proteine: un cambiamento più che mai necessario per proteggere il valore di lungo periodo dei portafogli in un contesto mondiale sempre più globalizzato e in continuo mutamento”.

Infine, Francesco Bicciato, segretario generale del Forum e moderatore dell’evento, ha richiamato l’attenzione sull’importante contributo che gli investitori possono apportare in vista di un’industria agro-alimentare più in linea con gli Obiettivi di Sostenibilità delle Nazioni Unite: “Conducendo azioni di engagement e, al contempo, premiando le aziende più virtuose, gli investitori SRI possono stimolare le società del settore a minimizzare l’impatto ambientale negativo, a garantire una maggior tutela per i diritti dei lavoratori e per la salute dei consumatori e a migliorare le pratiche di governance”.


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