I vantaggi di combinare fondi attivi e passivi per una buona allocazione di portafoglio
Selezionare un fondo azionario in grado di sovraperformare non è mai stato difficile come nel 2018. Ecco perché nella propria asset allocation è opportuno bilanciare prodotti di gestione attiva con quelli a gestione passiva
Il 2018 è stato un anno caratterizzato da ampie sferzate di volatilità che hanno portato un rialzo ormai esasperato degli indici a correggere in maniera piuttosto violenta nelle ultime battute dell’anno. L’importante numero di incertezze, si pensi ad esempio alla Brexit e alla guerra commerciale tra Usa e Cina, unite ad un generale rallentamento nei dati macroeconomici non hanno fornito un terreno agevole per gli investitori.
Quanto detto viene evidenziato dai risultati dell’ultima ricerca annuale da parte di Lyxor Asset Management che confronta le performance dei fondi di gestione con sede in Europa e li confronta ai rispettivi benchmark.
Quello scorso è stato uno degli anni peggiori del decennio per i gestori attivi
Tale studio è stato condotto su 32 universi di investimento, quasi 7.000 fondi per 1.600 miliardi di euro gestiti. I risultati mettono in evidenza come quello scorso sia stato un anno piuttosto difficile per i gestori attivi, “uno dei peggiori dell’ultimo decennio”.
I gestori attivi si sono trovati a sottoperformare gli indici di riferimento in maniera più pesante del solito. Nello specifico, solamente il 24% è riuscito a sovraperformare il proprio benchmark nell’anno. La media di questo dato durante gli ultimi 10 anni è stata pari al 36%, mentre quella del 2017 al 48%: «lo scorso anno è stato particolarmente complesso per i gestori attivi, poiché i mercati hanno attraversato periodi caratterizzati da reazioni eccessivamente pronunciate o moderate rispetto ai fondamentali», si legge nello studio.
Fondi obbligazionari a gestione attiva i peggiori
Se il 27% dei gestori di fondi azionari ha messo a segno una performance migliore dell’indice di riferimento, ai gestori attivi di obbligazioni va decisamente peggio. In questo caso, solo il 18% è riuscito ad avere risultati superiori al benchmark. Secondo gli analisti di Lyxor: “i gestori attivi non hanno previsto correttamente l’inversione del ciclo del credito e l’evoluzione complessiva dei tassi d’interesse, elementi che hanno inciso negativamente sulla loro performance”.
«Riteniamo che i fondi a gestione attiva e quelli a gestione passiva presentino vantaggi differenti a seconda delle diverse fasi del ciclo economico. A nostro avviso, nelle fasi recessive sarebbe opportuno privilegiare i fondi attivi e alternativi, mentre nella fase iniziale del ciclo economico gli investitori dovrebbero preferire gli strumenti passivi, poiché il beta diventa la fonte di performance principale. Nelle fasi intermedie e avanzate del ciclo economico, caratterizzate da una più fragile direzionalità dei mercati, la giusta combinazione di fondi attivi e passivi può offrire notevoli vantaggi», affermano Marlène Hassine Konqui, Head of ETF Research e Jean-Baptiste Berthon, Senior Cross-Asset Strategist di Lyxor Asset Management.
I fondi alternativi hanno archiviato performance migliori rispetto a quelli tradizionali long-only. A penalizzare gli hedge funds sono stati gli improvvisi aumenti di volatilità ma soprattutto la serie di ribassi dell’ultima parte del 2018. Se si guarda agli ultimi 5 anni però, i fondi hedge hanno registrato performance decisamente migliori.
Fonte: https://www.money.it/Asset-allocation-portafogli-fondi-attivi-passivi-diversificazione
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