Investimenti post Brexit: un anno dopo l’entrata in vigore dell’Articolo 50 di Lisbona cosa aspettarsi?

Investimenti post Brexit: un anno dopo l'entrata in vigore dell'Articolo 50 di Lisbona cosa aspettarsi?

A un anno dall’attivazione dell’Articolo 50 del trattato europeo di Lisbona da parte di Londra, i gestori di M&G Investments hanno esaminato l’impatto per l’economia di Sua Maestà e le prospettive di investimento per il prossimo futuro

Dopo la vittoria del 23 giugno 2016 del fronte pro-Brexit nel referendum sulla permanenza del Regno Unito nell’Unione europea, il 29 marzo 2017 la Premier Theresa May attivò l’Articolo 50 del trattato di Lisbona. L’Articolo in questione è quello che prevede un meccanismo di recesso volontario e unilaterale di un paese dall’Unione Europea.

Un anno dopo, anche alla luce dell’evoluzione dell’economia di Sua Maestà, i gestori di M&G Investments hanno esaminano l’impatto della Brexit e le opportunità di investimento esistenti sul fronte obbligazionario e del mercato immobiliare inglese.

L’economia del Regno Unito ha sorpreso gli investitori per la forte tenuta mostrata dopo il referendum del 2016. Sullo sfondo permane tuttavia una certa incertezza legata ai negoziati in corso tra UK e Unione Europea. Cosa attendersi dunque?
“A dispetto di previsioni di recessione e di rallentamento dell’economia nazionale, la crescita del Regno Unito è stata sostanzialmente più forte rispetto alle aspettative e l’attività economica ha continuato a crescere a livello aggregato. Anche se è ancora opportuno mantenere una certa cautela dato che il Regno Unito sta negoziando le condizioni della sua uscita dall’Ue, la resilienza del mercato offre una serie di opportunità agli investitori. La persistente incertezza nel corso dei negoziati porterà sul mercato volatilità, la quale a sua volta può aprire a interessanti opportunità per gli investitori più pazienti nel Regno Unito. Con il tempo l’incertezza si ridurrà e un certo numero di asset continuerà a dimostrare la solidità dei suoi fondamentali”, ha risposto a riguardo Steven Andrew, gestore del fondo M&G Income Allocation.

Indubbiamente il mercato immobiliare da sempre rappresenta una cartina di tornasole sullo stato di salute di un’economia. A riguardo, quali possono essere le prospettive del real estate inglese alle prese con un possibile ridimensionamento del peso delle società legate alla finanza?
“Anche se dopo la Brexit il sentiment di mercato ne ha risentito, alcuni settori stanno dimostrando un buon potenziale di crescita e continuano ad offrire interessanti opportunità. In particolare, gli immobili di tipo industriale dispongono di solidi fondamentali in materia di locazione, mentre per quanto riguarda il mercato degli uffici nell’area di Londra, la domanda da parte di fornitori di ambienti e servizi di co-working e da parte delle aziende del settore tecnologia, media e telecomunicazioni ha ridotto la dipendenza del mercato dalle società di servizi finanziari”, ha sostenuto Richard Gwilliam, Head of Property Research di M&G Real Estate, secondo cui “anche il mercato delle locazioni residenziali offre delle prospettive, data la favorevole dinamica della domanda e dell’offerta. Il settore immobiliare degli spazi per uso commerciale ha invece sofferto negli ultimi anni, colpito da cambiamenti strutturali, come il passaggio alla modalità di acquisto on line rispetto a quella tradizionale presso il punto vendita”.

Quali prospettive si possono delineare per il mercato UK e qual è la vostra view?
“Gli investitori interessati al mercato UK devono pensare a quale sarebbe il giusto compenso per le loro aspettative sul futuro. Anche se nel breve termine ci sarà ancora incertezza per gli asset UK, reazioni esagerate a dati macro o a notizie politiche potrebbero generare degli errori nelle valutazioni dei prezzi e, quindi, creare opportunità d’investimento per gli investitori con un orizzonte temporale di lungo termine. Contrariamente a quanto può sembrare, è probabile che il Regno Unito continuerà ad essere un Paese aperto all’esterno anche nel dopo Brexit e continuerà quindi a impegnarsi a livello mondiale attraverso una serie di accordi commerciali. Basandoci su queste view e sui solidi dati sottostanti che stiamo registrando sia da un punto di vista macro che aziendale, le prospettive sul mercato UK ci sembrano più rosee rispetto a quanto non riflettano i prezzi attuali”, ha dichiarato Steven Andrew.

E sul fronte obbligazionario e dei tassi di interesse cosa attendersi?
“Bisogna ammettere che i rendimenti dei Gilt sono aumentati dai minimi raggiunti dopo il referendum a metà del 2016, tuttavia è difficile entusiasmarsi circa le valutazioni attuali. Il rischio sui tassi è concreto, soprattutto in considerazione della robusta crescita economica e delle pressioni inflazionistiche. Nel caso di una Brexit soft, la rimozione dell’incertezza politica ed economica probabilmente peserebbe sulle valutazioni dei Gilt. Nel caso di una Brexit meno soft, invece, molto probabilmente la sterlina subirà pressioni forti è quindi possibile che la Banca d’Inghilterra proverà a difendere la propria valuta aumentando i tassi d’interesse. In ogni caso, c’è pressione al rialzo sui tassi d’interesse e, in considerazione degli attuali livelli di rendimento dei Gilt, gli investitori non sembrano adeguatamente compensati”, ha dichiarato Wolfgang Bauer, gestore del fondo M&G Absolute Return Bond.


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