Italia: sbagliato concentrarsi sui limiti fiscali imposti da Maastricht

Italia: sbagliato concentrarsi sui limiti fiscali imposti da Maastricht

Le simulazioni condotte dal capo investimenti di Axa IM mostrano che il debito pubblico italiano è sostenibile, seppur concede poco spazio di manovra al Governo. Merito del lavoro oculato svolto dal MEF in questi anni

Oggi sembra esser tornato il sereno sull’Italia. La Borsa del Belpaese viaggia spedita sopra la parità grazie al ritmo rialzista dettato dal settore bancario , mentre il resto d’Europa affonda.

Il settore finanziario trae beneficio dalle minori pressioni sul segmento governativo italiano che fra ieri ed oggi hanno fatto tornare lo spread fra BTP-Bund in area 260 punti base e il rendimento del decennale italiano di nuovo sotto il 3 per cento.

«Gli investitori hanno capito che concentrarsi esclusivamente sui limiti fiscali del Trattato di Maastricht potrebbe rivelarsi riduttivo per l’Italia», afferma Alessandro Tentori, Chief investment officer di AXA Investment Managers Italia, in una nota fatta circolare questa mattina.

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Alessandro Tentori, Cio di Axa IM Italia

Il gestore spiega che, stando alle stime ufficiali della Commissione Europea, il differenziale tra costo del debito italiano e potenziale fiscale (in gergo, lo “snowball”) dovrebbe attestarsi all’1% in Italia, considerando a pieno regime crescita e inflazione.

La misura della Commissione è importante nel contesto della riduzione dello stock di debito pubblico, perché ci suggerisce il breakeven in termini di bilancio primario: a livello di equilibrio, il rapporto debito/PIL si contrarrebbe solo nel caso di entrate fiscali in eccesso dell’1 percento.

«Ovviamente, è un’analisi di equilibrio a lunghissimo termine che non tiene conto né del ciclo economico né di misure di austerità, che ridurrebbero ulteriormente il debito pubblico (ceteris paribus)», spiega Tentori, che aggiunge:

Anche il costo del rifinanziamento può incidere negativamente sul margine di operatività del governo, ma va ricordato che la politica molto oculata del MEF (allungamento della vita residua del debito) durante il periodo di Quantitative Easing fa sì che un allargamento dello spread BTP/Bund sia molto meno oneroso che in passato

L’Italia e il ciclo economico globale

L’Italia soffre il ciclo congiunturale globale alla stregua delle altre economie europee, ma ciò che preoccupa di più gli investitori è la scarsa crescita economica relativamente ai principali partner.

Del resto «sarebbe miope non evidenziare il ritardo strutturale dell’Italia in un contesto socio-economico che ha visto l’epocale transizione della Cina e delle economie del Sudest Asiatico, da economie ‘in via di sviluppo’ a economie sviluppate», conclude l’esperto di Axa IM Italia.


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