Italiani e mercati finanziari: il 59% degli investitori non teme la volatilità
Il 2018 sarà ricordato come l’anno del forte ritorno della volatilità sui mercati finanziari. A febbraio e ottobre in particolare, ma le tensioni non hanno mai realmente abbandonato le piazze finanziarie, gli investitori hanno dovuto fronteggiare un contesto di mercato particolarmente sfidante.
Secondo le indicazioni emerse dalla Global Investment Survey 2018 di Legg Mason, la ricerca annuale commissionata dalla casa di gestione americana (749,2 miliardi di asset in gestione), l’atteggiamento verso la volatilità sta cambiando, tanto nel Bel Paese quanto a livello globale. Giunta alla sesta edizione, la GIS ha coinvolto quest’anno quasi 17 mila investitori, provenienti da 17 diversi paesi.
Solo un investitore su tre crede che la volatilità sia sempre fattore negativo
Dalla ricerca emerge una relazione con la volatilità più “serena” di quanto si potesse immaginare: ben il 59% degli investitori italiani, infatti, ritiene che la volatilità non sia un elemento negativo, considerandola anzi potenzialmente un fattore positivo (27%) o comunque neutro (32%). Solo un investitore italiano su tre (33%), crede che la volatilità sia un fattore sempre negativo e un rischio per gli investimenti (solo 18% per il dato globale).
”Un atteggiamento dunque più fiducioso, anche se le preoccupazioni non mancano: in cima ai timori degli investitori italiani ci sono innanzitutto l’instabilità economica globale (citata dal 58% degli intervistati) e nazionale (anch’essa con il 58% delle preferenze)”, riporta il comunicato di presentazione dello studio. Ma spaventa anche l’instabilità sul piano politico, in particolare a livello nazionale, considerata motivo di preoccupazione dal 52% del campione.
Come affrontano dunque gli investitori italiani uno scenario in cui la volatilità è tornata protagonista? “Se circa uno su tre (32%) dice di affidarsi al suo consulente finanziario, il dato più interessante è che le strategie di investimento alternative vengono ormai preferite a quelle tradizionali: ben il 38% sceglie infatti soluzioni flessibili – come le strategie unconstrained sull’obbligazionario o quelle long/short sull’azionario – per gestire i periodi di volatilità, contro un 31% che dichiara di ricorrere a soluzioni tradizionali”.
Una caratteristica naturale dei mercati
“I dati della GIS sembrano delineare un cambiamento nell’atteggiamento degli investitori italiani: la volatilità non è più considerata un qualcosa da cui fuggire, bensì una caratteristica naturale dei mercati, da gestire nel modo appropriato e con gli strumenti adeguati”, ha commentato Matteo Lenardon, Deputy Country Head Italia di Legg Mason.
“È positivo - prosegue Lenardon - che decidano di investire in strategie alternative, che possono aiutare ad affrontare meglio i venti contrari sul mercato.”
Fonte: https://www.money.it/investimenti-volatilita-italia-ricerca-leggmason-mercati
© RIPRODUZIONE RISERVATA