La banca che non è più banca ma Digital Pioneer

La banca che non è più banca ma Digital Pioneer

Dall’Accenture Banking Conference 2019 è emerso che l’innovazione del settore bancario può creare un valore aggiuntivo fino a 100 miliardi di euro

Il settore bancario italiano vive un momento di grande cambiamento: l’innovazione favorisce la nascita di nuovi modelli di business e ci si aspetta che il livello di trasformazione digitale del settore acceleri molto nei prossimi tre anni.

«Il mercato si trova in una fase di piena vulnerabilità, in cui la progressiva riduzione di barriere all’ingresso in specifici ambiti della catena del valore e i ridotti margini di profittabilità porteranno a livelli estremi la tensione al cambiamento», ha detto Mauro Macchi, Financial Services Lead di Accenture, che ha fatto gli onori di casa aprendo i lavori della “Accenture Banking Conference 2019” oggi a Milano.

Giunto quest’anno alla sua sesta edizione, l’appuntamento annuale dedicato al mondo bancario quest’anno si è svolto presso l’Accenture Customer Innovation Network (Acin), centro di innovazione che è il riferimento per l’ecosistema dei servizi finanziari in Italia.

Per innovare occorre reinventarsi. Recenti analisi di Accenture hanno dimostrato che essere dei “Digital Pioneer”, banche che hanno messo in atto un piano di trasformazione digitale a 360°, premia sia in termini di maggior valore di mercato che nel miglioramento dell’efficienza operativa.

L’arena competitiva è in forte mutamento: in Italia, 1 player su 8 (13%) è entrato dopo il 2015 e queste nuove realtà hanno già eroso almeno 2-3% delle revenue del settore e, nel prossimo futuro, crescerà sempre di più il divario tra le compagnie che hanno deciso di puntare seriamente su innovazione e trasformazione digitale rispetto a quelle che adottano un approccio più conservativo.

Di Montigny (Banca Mediolanum): “innovare significa rompere equilibri”

Nell’era trainata dal digitale le banche hanno un vantaggio competitivo: il 65% dei consumatori italiani si fida di loro nell’ambito della gestione delle finanze e il 69% crede che i propri dati siano al sicuro. Nella nuova economia basata sugli ecosistemi la fiducia rappresenta l’asset cruciale, in particolar modo nel mondo del banking, per creare le condizioni necessarie alla sostenibilità socioeconomica del sistema, fattore quindi direttamente collegato al valore di una banca, con i suoi ricavi e la sua profittabilità.

Cinque manager delle più grandi realtà bancarie in Italia ed Europa sono stati chiamati a dire la loro sul palco dell’Accenture Banking Conference 2019. Nel dettaglio, si sono alternati in interventi di spessore Roberto Catanzaro, Direttore business development di Nexi, Paolo Chiaverini, Head of group operations di Unicredit, Oscar Di Montigny, Chief innovation, sustainability & value strategy manager di Banca Mediolanum, Angela Gemma, Chief digital officer di Deutsche Bank, Paola Papanicolau, Group head of innovation di Intesa Sanpaolo.

Dal panel non è emersa un modello unico di innovazione, quanto piuttosto una visione che rifletta l’organizzazione, il rapporto con i clienti, i servizi che si vogliono offrire per agevolare questi ultimi.

In particolare Di Montigny ha voluto sottolineare che fra i tre modelli di innovazione, evolutiva, incrementale e “distruttiva”, quest’ultimo è quello che oggi pone l’industria bancaria ad un bivio: “cadere nel baratro oppure esplorare nuovi mondi, rompere gli equilibri”.

Il manager di Banca Mediolanum ha riflettuto sul modo in cui cambieranno i consumi all’aumentare della popolazione dei Millennials nel futuro e, come conseguenza, quali dovranno essere i servizi di una banca del domani: “la monetizzazione sarà data dal denaro o dai dati?”, è la sfida finale lanciata da Di Montigny.

I clienti, infatti, sono disposti a condividere i propri dati in cambio di un’offerta sempre più personalizzata: in particolare, per ottenere prezzi vantaggiosi (62,9% in Italia; 59% a livello globale), offerte customizzate in base alla posizione (58,9% in Italia; 53% a livello globale) e per avere servizi o informazioni personalizzate che li aiutino a ridurre perdite o rischi (55,5% in Italia; 53% a livello globale).

L’innovazione crea valore

Nel prossimo futuro crescerà sempre di più il divario tra le compagnie che hanno deciso di puntare seriamente su innovazione e trasformazione digitale rispetto a quelle che adottano un approccio più conservativo. È una tendenza dimostrata da recenti analisi di Accenture, che hanno classificato le banche in tre gruppi in base all’intensità con cui hanno implementato i progetti di trasformazione digitale: I Digital Pioneer, le banche che hanno messo in atto un piano di trasformazione digitale a 360°, coinvolgendo tutti gli aspetti operativi del business. I Digital Active, le banche che hanno utilizzato il digitale più nell’ambito della comunicazione con gli utenti che nell’implementazione di veri programmi trasformativi; Le altre banche, che hanno implementato il digitale a livello inferiore.

Il gruppo delle banche Digital Pioneer ha ottenuto benefici in termini di: migliore valutazione da parte del mercato: utilizzare il digitale per trasformare tutti i processi aziendali premia in termini di Price-to-Book value più elevati - 1,18x per le Digital Pioneer, 0.99x per i Digital Active e 0,83x per il resto delle banche - e in termini di riconoscimento di maggior valore futuro: il future growth value per le Digital Pioneer è positivo e vale il 4,6% del valore totale della banca, per le Digital Active è negativo (-5,4% del valore totale) e per il resto delle banche è il 2,6%; miglioramento dell’efficienza operativa, dimostrata da un rapporto cost / income migliore: per i le Digital Pioneer è di 52%, per le Digital Active del 58% e per il resto delle banche del 62%; aspettative positive per un aumentato recupero della redditività. Il ROE atteso è più elevato: per i Digital Pioneer sarà del 12,3% al 2021 (1,5 punti percentuali in più rispetto al 2017) dell’11.3% per i Digital Active (1 punto percentuale in più) mentre per le altre banche sarà dell’8,7% (0,4 punti percentuali in più).

Il gruppo delle banche Digital Active (che hanno investito nel digitale ma ad un livello meno intenso dei Digital Pioneer) fatica maggiormente a farsi riconoscere un maggior valore dal mercato.

«Nello scenario che si sta delineando, le banche devono compiere scelte coraggiose, perché appare vietato stare nel mezzo: come dimostrano i nostri dati, le banche che hanno saputo prendere posizione nella nuova rivoluzione digitale, sfruttandola a proprio vantaggio senza subirla, iniziano a ricevere un premio apprezzabile da parte dei mercati. In Italia, se le banche riuscissero a introdurre una storia credibile di innovazione, portando i loro multipli al livello delle banche internazionali, potrebbero creare un valore incrementale fino a 100 miliardi di euro», ha concluso Macchi di Accenture.

Per farlo occorrono scelte di posizionamento distintive, che spostino l’attenzione soprattutto sulla creazione di valore futuro e che siano in grado di creare e gestire nuove alleanze in ottica di ecosistema. In uno scenario futuro dove il mondo bancario sarà significativamente diverso da oggi, la fiducia continuerà ad essere l’ago della bilancia nella competizione interna al settore e nei confronti dei concorrenti non tradizionali. Si tratta di nuovo paradigma che favorirà le interazioni tra i soggetti, consentirà di rendere più mirati gli investimenti e di ricreare una curva di crescita.


Fonte: https://www.money.it/Accenture-banking-conference-2019-banche-italiane-digital-disruption

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