Meeting FED: i commenti del board di State Street

Meeting FED: i commenti del board di State Street

A seguito del meeting del Federal Open Market Committee(FOMC) della FED e della decisione di votare all’unanimità un aumento dei tassi d’interesse di un quarto di punto (portando così la forchetta all’1,50-1,75%), Michael Metcalfe, responsabile globale macro strategy di State Street Global Market e Antoine Lesné, responsabile strategia e ricerca EMEA di SPDR ETFs, hanno rilasciato alcuni commenti.

Dot plot: più strette nel 2019-2020

Secondo Metcalfe ci si aspettava un irrigidimento della politica monetaria, ma la vera sorpresa sono stati i dot plot.

La revisione al rialzo delle prospettive sulla crescita non è stata una notizia inattesa ma, visti i bassi livelli di inflazione, le ulteriori aspettative sui rialzi dei tassi per il 2019 sono state una mossa decisamente più aggressiva rispetto a quanto stimato. Il tasso di disoccupazione stabilmente al di sotto del suo livello di lungo periodo implica che la Federal Reserve debba normalizzare i tassi di interesse a una velocità regolare e graduale. Forse l’elemento che disturba di più il mercato è il rialzo delle proiezioni di lungo periodo dei FED funds, fattore che creerà dei dubbi sull’effettivo aumento dei tassi di interesse, qualora l’economia andasse nella direzione prevista dalla FED”.

Nel 2019 la FED potrebbe adottare un atteggiamento più aggressivo

Jerome Powell, durante il suo primo meeting come Governatore della FED, ha utilizzato un tono più aggressivo rispetto alle attese.

"Come stimato, le previsioni sulla crescita economica sono state riviste. la mancata ripresa dell’inflazione, il tasso di occupazione ancora solido e gli stimoli fiscali potrebbero far sì che nel 2019 la FED adotti un atteggiamento più aggressivo nella riduzione delle condizioni finanziarie più accomodanti. I dot plot della Banca Centrale non sono stati rivisti per il 2018, ma prevedono tre aumenti nel 2019. Questo scenario spingerebbe i tassi a breve termine al 3% entro la fine del 2019, una percentuale molto più alta rispetto a quella attuale dei rendimenti dei Treasury a 10 anni, fattore che potrebbe potenzialmente appiattire molto l’andamento della curva. I mercati hanno reagito in modo tiepido, ma nel tempo i potenziali beneficiari di questa decisione potrebbero essere le banche statunitensi” - ha dichiarato Antoine Lesné.


Condividi questo post