Mercati finanziari: aprile si è concluso nel segno del numero 3, ecco perché
Aprile, il primo mese del secondo trimestre dell’anno, è passato lasciando ancora intatto lo scenario di base dei principali mercati finanziari del globo. Dal punto di vista del mercato azionario l’indice MSCI World ha chiuso il mese a +1,74% ed il MSCI Emerging Markets ha portato a casa una performance del +1,05%. La performance complessiva da inizio anno pertanto è migliorata per entrambi i benchmark, rispettivamente a -0,97% e a +1,43 per cento. L’Italia, dal canto suo, ha chiuso il mese scorso con uno strappo del +7,15%, nonostante il Paese sia ancora senza un governo dopo due mesi dalle elezioni.
Sul fronte dei mercati obbligazionari l’attendismo delle principali Banche Centrali, in cerca di nuovi spunti di fronte al quadro macroecomico dipinto dagli ultimi dati, ha spinto il rendimento del decennale americano a verso l’alto rispetto al 2,73 del mese precedente ed il Bund a 0,56 dallo 0,49. Al contempo, sul valutario, l’euro è sceso a quota 1,20 verso il dollaro americano (base di partenza 1,23 ad inizio marzo).
Dal punto di vista della casa di gestione Aberdeen Standard Investments, aprile è stato un mese particolare in quanto ha permesso ai principali mercati del globo di mantenere l’equilibrio che per certi versi sembrava esser stato perso nei primi due mesi dell’anno, in particolar modo a febbraio.
Sostanzialmente, da inizio anno “gli Stati Uniti e l’Europa perdono un modesto 0,8%”, hanno scritto gli esperti di Aberdeen SI, mentre sul fronte opposto “solo il Giappone lascia sul terreno il 2,2%”. Aberdeen SI nella sua analisi gioca con i numeri e ci ricorda che il mese di aprile è stato caratterizzato da un comun denominatore: il numero 3!
- Tre come le volte che i leader alla guida delle due Coree si sono incontrati per riappacificarsi dall’armistizio del 1953. L’ultima, lo scorso 27 aprile, data che passerà alla storia anche per i mercati finanziari attenti da oltre un anno alle bizzarre prove di Kim che improvvisamente forse cadranno nel dimenticatoio, più dei commentatori a dire il vero che degli operatori, mai veramente turbati dai suoi missili;
- Tre come il 3,9%, ovvero il tasso di crescita dell’economia globale confermato dal Fondo Monetario Internazionale nel suo consueto outlook sia per il 2018 che per il 2019. Poche le revisioni degne di nota in un contesto di scarsa visibilità sugli effetti della guerra commerciale dichiarata da Trump;
- Tre come i mesi di utili e di fatturati nei numeri pubblicati dalle società ad aprile e relativi al primo trimestre dell’anno. Negli Stati Uniti circa l’80% delle società ha superato le stime degli analisti sugli utili ed il 74% quelle sui fatturati. La crescita media degli utili si attesta ad oggi al 24,6% trimestre su trimestre. Simile il tono della reporting season europea. Ciononostante in molte occasioni l’entusiasmo sui listini non è stato per nulla, o quasi, manifesto;
- Tre come 3%, il livello testato ad aprile dal rendimento del Treasury americano a dieci anni, la nuova spada di Damocle dei mercati. Dal voto di Brexit del giugno 2016, quando il T10 raggiunse il suo livello minimo di 1,3% il rendimento è salito di 170 punti base. A sorprendere non è il livello assoluto ma la relativa velocità del movimento.
Al momento non è dato sapere se dietro questi eventi vi sia un qualche legame numerologico con il numero 3, fatto sta che – come ci ricorda Abeerden a conclusione del report - poiché non vi è due senza tre e i mercati hanno registrato due mesi in recupero e che è appena iniziato maggio…a buon intenditor.
Fonte: https://www.money.it/Mercati-finanziari-aprile-aberdeen-azioni-obbligazioni-numero-3
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