Oro: duro ostacolo a 1.350 dollari, focus su possibile sponda da supporti dinamici
I destini di oro e dollaro americano viaggiano sempre più all’unisono in questi ultimi mesi. La discesa che ha interessato il biglietto verde a cominciare dal 2017 ha riportato il valore della valuta statunitense su livelli che non si vedevano dal 2014, risvegliando un certo interesse verso il mondo delle commodity (tipicamente denominate in US Dollar).
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Nel grafico in pagina l’andamento del Dollar Index e delle quotazioni spot dell’oro nell’ultimo anno. Le due asset hanno una relazione inversa, ovvero al salire dell’una l’altra perde di valore e viceversa. A gennaio il differenziale fra gli andamenti delle due asset class, o spread, è salito ai massimi dal 2016.
Tutto ciò si è tradotto in un deciso impulso rialzista che ha interessato le quotazioni dell’oro anche in questi primi mesi del 2018, almeno fino alla scorsa settimana. I prezzi spot del metallo giallo si son spinti per ben due volte in direzione dei precedenti massimi relativi del 2017, incontrando però un duro ostacolo nelle resistenze statiche posizionate a 1.350 dollari.
Questa coriacea barriera ostruisce la via del rialzo al mercato dal 2017 e nelle sedute del 24 gennaio e 15 febbraio è stata oggetto di due falsi breakout. In entrambe le sedute la candela giornaliera ha registrato un close superiore a 1.350 punti, per poi smentire il movimento nella seduta successiva.
All’interno di questo scenario l’impostazione tecnica di fondo rimane orientata al rialzo. La serie di minimi crescenti partita nel dicembre scorso si inserisce infatti in un contesto rialzista più ampio, sostenuto dal supporto dinamico di lungo periodo disegnato su chart settimanale unendo i minimi del 2008 e 2015 e poi confermato nel 2016.
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Possibili scenari operativi
Per quanto riguarda la seduta odierna il mercato aurifero sembra intenzionato a testare nuovamente la trendline che sostiene la tendenza di medio e breve periodo, ottenuta con i minimi del 12 dicembre 2017 e 8 febbraio scorso.
Prendendo come base l’apertura e la chiusura delle due sedute precedenti a 1.324 punti potrebbero sorgere interessanti opportunità di breve per entrare in acquisto sul mercato, con obiettivo quello di sfruttare un rimbalzo verso 1.350 punti.
Per strategie di posizione (lungo periodo) si potrebbe invece attendere una correzione più profonda, almeno fino a 1.310-1.307 (minimi dell’8 febbraio scorso).
Un miglioramento strutturale dello scenario si materializzerebbe solo con un close almeno settimanale sopra 1.350 punti. Sul fronte opposto, cedimenti strutturali si avrebbero solo sotto 1.300 punti.
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