Reciclo e green energy: quando i ragazzi sono più competenti dei politici
L’Italia avrebbe l’occasione di diventare, almeno per una volta, leder per una cosa positiva in Europa: l’economia green che permetterebbe di generare oltre 10 miliardi di euro tra indotto diretto e indiretto
Ieri è stata la giornata mondiale del riciclo e dell’economia circolare, quest’anno giunta proprio in concomitanza con il maxi sciopero mondiale di venerdì scorso nelle scuole di ogni ordine e grado per protestare contro l’inquinamento e l’insensibilità dei governi nell’attuare un vero e importante piano a difesa dell’ambiente.
Se i governi di tutto il mondo non sono in grado di dare una risposta chiara e forte alla lezione impartita dalla giovanissima attivista svedese Greta Thumberg (16 anni) e dalle migliaia di giovani ricercatori scesi in piazza, forse è il caso di domandarci seriamente quali governanti abbiamo eletto e sosteniamo oggi.
Ovviamente non tutte le nazioni sono uguali: ci sono quelle che hanno un governo che è politicamente contrario per ragioni strettamente legate a lobby petrolchimiche (USA), chi dice di voler portare avanti un vero programma di economia circolare ma poi non lo applica e, per fortuna, c’è anche chi ha realmente iniziato un vero ed importante cammino impostato sulla sostenibilità e sulla redditività green, come in Costa Rica (primo paese al mondo che per oltre 300 giorni all’anno si alimenta con la corrente prodotta con le energie rinnovabili).
Che cosa ha risposto l’Italia di rivoluzionario a questo appello?
Praticamente nulla, a parte i soliti proclami televisivi che durano giusto il giorno in cui vengono annunciati.
Eppure l’economia circolare, tanto sponsorizzata e sposata dall’Unione europea (CESE 2017), è presente anche tra i primi punti del programma elettorale dell’attuale governo.
E con economia circolare non intendo il riciclo portato a circa il 50% (lodevole) o il decreto FER inviato a Bruxelles per la costruzione di grossi impianti eolici e fotovoltaici (che sono assolutamente utili, che sia ben chiaro), bensì intendo l’applicazione, l’agevolazione, lo sviluppo e l’utilizzo di un ecosistema i cui singoli elementi e realtà già esistono, basta solo farli interagire.
L’Italia avrebbe l’occasione di diventare, almeno per una volta, leder per una cosa positiva in Europa: l’economia green che permetterebbe di generare oltre 10 miliardi di euro tra indotto diretto e indiretto, e noi tutti sappiamo bene quanto ne abbia bisogno il nostro paese. Perché non lo fa?
Ci sono due tematiche principali:
- L’utilizzo dello scarto dell’umido con impianti anaerobici per produrre energia (gas e/o elettricità da impianti biosip), ridurre le discariche, ridurre l’inquinamento, produrre acqua e soprattutto produrre un guadagno in termini economici senza dover incrementare direttamente il debito pubblico. Gas ed energia elettrica che si inserirebbero perfettamente nelle ultime scelte fatte dal governo in termini di incentivi stanziati per le macchine elettriche, gas metano e GPL e per un possibile futuro utilizzo reale anche nel trasporto navale (LNG-gas liquido naturale) già utilizzato dall’ammiraglia “Costa Smeralda” della catena Costa Crociere;
- Utilizzo di bioplastiche reali e innovative, alcuni brevetti di società italiane sono già utilizzati in tutto il mondo (bioplastica-phas da alghe e scarti agricoli), comprese le case farmaceutiche, e altri (possibili spin off universitari) sono già in fase di studio/realizzazione avanzata.
Plastiche realmente biodegradabili (ultima in ordine di tempo gli studi sulla creazione dagli scarti del latte) che aiuterebbero la risoluzione dello stoccaggio e della ormai palese diminuzione di acquisto della plastica riciclata da parte della Cina.
Gli studenti ne sono a conoscenza, i ricercatori italiani ne sono a conoscenza, molti programmi “intelligenti” informano e ne parlano, noi lo sappiamo...possibile che solo i nostri governi non siano in grado di capire questa necessità/opportunità?
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