Reddito fisso corporate: nell’HY preferiamo scadenze medio/brevi dei bond europei

Reddito fisso corporate: nell'HY preferiamo scadenze medio/brevi dei bond europei

Per l’esperto di Amundi SGR il comparto del reddito fisso ad alto rendimento denominato in euro rimane più interessante relativamente al corrispondente americano. I maggiori rischi in questa fase riguardano gli eventuali sviluppi delle tensioni commerciali e dell’effetto che queste potrebbero provocare sulla crescita economica globale. L’intervista a Sergio Bertoncini, Credit Strategist di Amundi SGR

Le incognite che aleggiano sui mercati finanziari in questa fase sono numerose. Qual è la più temuta per chi investe in obbligazioni corporate HY?

Il 2018 ha visto molte asset class chiudere l’anno con una performance negativa, e tra queste anche quella dei corporate bond HY: tra i fattori che hanno contribuito a questo risultato hanno senz’altro pesato il rallentamento della crescita globale, la normalizzazione delle politiche monetarie nonché le incertezze politiche ed in particolare quelle legate agli sviluppi del confronto USA-Cina sulle questioni dei dazi commerciali. Ora che la Federal Reserve appare più vicina al proprio target di tassi ufficiali e che giungono segnali complessivamente accomodanti dalle banche centrali, i maggiori rischi allo scenario complessivo permangono soprattutto sul versante dell’eventuale permanere delle tensioni commerciali e dell’effetto che queste potrebbero provocare sulla crescita economica globale.

Verso quale Paese e quale settore sono maggiormente esposte le vostre strategie?

Nell’ambito dei bond HY la nostra preferenza va all’elevata qualità di credito (rating BB) ed ai segmenti con duration contenuta e quindi ai bond con scadenze medio brevi sia in Europa che negli USA. Le scelte relative tra HY americani ed europei privilegiano le emissioni di questi ultimi, in considerazione delle valutazioni più interessanti, della minore leva finanziaria e della minore esposizione al volatile settore dell’energia, nonché della persistente condizione di tassi estremamente bassi o negativi del reddito fisso denominato in euro. La prudenza della BCE nella normalizzazione dei tassi e l’importante ruolo dei reinvestimenti del QE potranno contribuire a mantenere la domanda per i comparti ad alto rendimento nei segmenti brevi o intermedi di curva. Sul versante dei fondamentali, infine, le nostre previsioni sui tassi di fallimento degli HY europei, puntano ad un rialzo molto contenuto nel corso del prossimo anno, dai livelli attuali estremamente bassi.

Relativamente all’Italia alcune società sono tornate ad affacciarsi al mercato del debito. Altre vedono i loro bond soffrire. Vedete più opportunità o più rischi? In quali settori?

Il peso delle società italiane nell’ambito del mercato HY europeo risulta contenuto rispetto a quello degli altri principali paesi europei nell’ambito del settore non finanziario: al contrario tra i finanziari, le emissioni italiane svolgono un ruolo più rilevante. Le attuali valutazioni risultano generalmente attraenti in relativo alle altre emissioni HY e ai titoli di stato periferici. Tuttavia, il permanere di una volatilità relativamente elevata e la minore liquidità riducono gli spazi di contrazione degli spread in questa fase, nonostante il recente recupero del comparto governativo italiano.

Molte società italiane pagano degli spread più alti rispetto al passato e alle concorrenti europee. Ritenete questa situazione temporanea?

Riteniamo che gli spread relativi delle società tenderanno a rimanere più elevati rispetto al passato in questa fase e che rimarranno correlati, soprattutto nella componente IG all’andamento degli spread dei titoli di stato. La recente stabilizzazione dello spread e l’irripidimento della curva italiana hanno infatti contribuito alla stabilizzazione del comparto dei corporate italiani e alla parziale chiusura del gap con gli altri emittenti, ma questo è avvenuto soprattutto nel segmento IG.

Come intendete gestire in termini di duration il rialzo dei tassi d’interesse nella zona euro negli anni a venire?

Come già indicato in precedenza la nostra preferenza tra i corporate bond europei è per le scadenze medio-brevi, sia per i minori rischi di duration legati ad un eventuale progressivo rialzo dei rendimenti, sia per le valutazioni relative più attraenti in questo segmento di curva, segmento che vede ancora prevalere rendimenti negativi o prossimi a zero in molti comparti del reddito fisso denominato in euro.


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