Risparmio e investimenti: i mercati sapranno camminare sulle loro gambe?
I mercati vivono una fase storica molto delicata: saranno in grado di gestire il progressivo ritorno alla normalità dalle politiche monetarie non convenzionali messe in campo dalle Banche Centrali dopo la più grande crisi finanziaria della storia recente?
Rocco Bove, head of fixed income di Kairos, ha scelto una poesia del poeta Giacomo Leopardi per descrivere l’attuale stato dell’arte dei mercati finanziari.
L’esperto d’investimenti paragona la corsa “spensierata” dei mercati in questi ultimi sei mesi all’attesa poetica descritta dal Leopardi nel “Sabato del Villaggio”.
I motivi per pensare che il “dì di festa” stia per volgere al termine sono numerosi, eppure Bove ritiene che il ritorno al “lunedì leopardiano” per i mercati finanziari potrebbe non essere così traumatico come temuto.
I motivi per non essere preoccupati…
La fase del ciclo economico è favorevole ovunque. La crescita è forte e robusta globalmente e dopo anni d’attesa è ripartita anche l’inflazione. L’insieme di questi elementi induce a ritenere che “le Banche Centrali possano finalmente iniziare a pregustarsi un periodo di normalizzazione delle politiche monetarie”, ha scritto Bove nel report.
…e quelli per esserlo
“Il lento e graduale disimpegno delle Banche Centrali – puntualizza Bove – seppur con tempistiche anche sensibilmente diverse, sta via via privando i mercati finanziari della ‘rete di protezione’ cui sono stati abituati negli ultimi anni per permettere agli stessi mercati e all’economia di ritrovare un equilibrio dopo la più profonda crisi finanziaria della storia recente”.
In questo quadro, è inevitabile che i mercati abbiano la percezione di esser abbandonati a sé stessi dagli istituti centrali, in un contesto totalmente cambiato rispetto ad un decennio fa.
Bove infatti incalza: “le banche d’investimento e gli hedge funds non rappresentano più i principali risk takers del sistema”. Ecco dunque perché al giorno d’oggi il ciclo economico favorevole è sì in grado di offrire opportunità, ma al costo di una volatilità sempre crescente.
La ricetta: liberarsi dagli schemi precostituiti
Il pensiero di Bove si basa sull’efficacia della gestione attiva. Un contesto di forte incertezza e grandi cambiamenti come è quello attuale è un terreno fertile per inevitabili dislocazioni da cui poter trarre profitto: è l’humus ideale su cui far germogliare le performance delle gestioni dinamiche.
Bove infatti conclude con la seguente considerazione:
La ‘condicio sine qua non’ per poter affrontare in maniera efficace ed efficiente la nuova sfida posta dai mercati è quella di cambiare l’approccio, in primis nel mondo obbligazionario (fra i mercati più sensibili al nuovo cambio di paradigma, ndr), abbandonando l’idea del parcheggio remunerato e accettando la logica stringente dell’investimento guidato unicamente dalle analisi dell’equilibrio rischio – rendimento.
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