Strumenti alternativi destinati a crescere, ma l’investimento azionario è ancora il più gettonato
Secondo quanto emerge nel report “Global Sovereign Asset Management Study” pubblicato oggi da Invesco Asset Management gli strumenti alternativi come gli investimenti fattoriali sono destinati ad assumere ruolo sempre più importante nei portafogli azionari degli investitori sovrani
Gli investitori sovrani e le principali Banche centrali mondiali nel 2017 hanno raccolto i frutti della fase rialzista dei mercati, privilegiando ancora una volta l’investimento azionario rispetto alle altre asset class come obbligazioni, credito e infrastrutture.
È quanto emerge dal Global Sovereign Asset Management Study pubblicato oggi da Invesco Asset Management. Il report, giunto alla sua sesta edizione, ha fatto luce sui comportamenti di investimento di circa 126 investitori sovrani e responsabili delle Banche Centrali di tutto il mondo.
L’evidenza più interessante è come nel 2017 il peso delle azioni, nonostante i rischi geopolitici permangano, abbia superato il peso delle obbligazioni, diventando così la principale asset class sul fronte delle strategie, attive, passive e fattoriali anche grazie ai rendimenti registrati pari a 9,4% rispetto ai 4,1% del 2016.
Invesco ha sottolineato che, nonostante la supremazia del fronte azionario, lo spostamento verso gli strumenti alternativi è destinato ad accentuarsi. Infatti gli investimenti fattoriali stanno assumendo un ruolo sempre più importante nei portafogli azionari, così come sono raddoppiate - negli ultimi cinque anni - le allocazioni ai mercati privati. In particolare nel 2018 i segmenti preferiti sono stati infrastrutture e credito privato.
La ricerca
Lo studio di quest’anno è consistito in interviste dirette condotte tra 126 singoli investitori sovrani e responsabili di Banche centrali di tutto il mondo (62 banche centrali rispetto alle 35 del 2017), rappresentativi di asset per 17 trilioni di dollari USA e riflette il crescente ruolo degli investitori sovrani.
Secondo lo studio, l’allocazione media alle azioni è salita al 33% dal 29% del 2017. L’incremento delle allocazioni azionarie è riconducibile a svariati fattori, tra i quali la fase rialzista dei mercati azionari. Gli intervistati hanno risposto che il rendimento dei mercati azionari in cui hanno investito è stato pari all’8,7%, supportando in misura significativa risultati robusti a livello di portafoglio (9,4% nel 2017, in rialzo dal 4,1% del 2016).
Future allocazioni azionarie
Sulla scia dell’aumento delle allocazioni azionarie negli ultimi cinque anni, quasi la metà degli investitori sovrani ora sovrappesa in misura incrementale o sostanziale le azioni. Sebbene numerosi investitori sovrani intendano mantenere il sovrappeso, alcuni non sono soddisfatti dello status quo. Oltre un terzo (35%) prevede di ridurre i sovrappesi azionari nel medio termine, nell’ottica complessiva di apportare riduzioni modeste anziché tagli significativi.
Molti di coloro che intendono ridurre le posizioni sono spinti dalla convinzione che le valutazioni azionarie siano elevate, sia in termini assoluti che relativi e che i mercati siano a rischio di correzioni per questioni geopolitiche o legate ai cicli economici. Tra i fattori specifici che incidono negativamente sui mercati azionari vi sono preoccupazioni macro, come la possibilità di una guerra commerciale, Cina, valutazioni e inflazione.
Evoluzione dei portafogli azionari
Dallo studio di quest’anno è emerso che, parallelamente all’aumento delle allocazioni azionarie, si registrano evoluzioni rilevanti degli approcci. La gestione passiva e, in qualche misura, l’investimento fattoriale hanno assunto un ruolo crescente nei portafogli.
Negli ultimi tre anni, poco meno della metà (45%) degli investitori sovrani è passata dalle strategie attive all’investimento fattoriale e passivo, al punto che ora meno della metà dei portafogli azionari è a gestione attiva. Ciò è stato osservato in misura più elevata tra gli investitori sovrani occidentali, mentre quelli in Medio Oriente sono ancora gli utenti maggiormente orientati alla gestione attiva, con una media del 65% di portafogli gestiti attivamente.
Nell’ambito dei portafogli azionari, l’investimento fattoriale sta acquisendo un ruolo di spicco e tale evoluzione sembra destinata a rimanere anche nell’immediato futuro. Nei tre anni precedenti, oltre la metà (53%) degli investitori sovrani ha incrementato le allocazioni alle strategie fattoriali e il 56% prevede di continuare questo trend nei prossimi tre anni.
L’investimento fattoriale sta prendendo piede anche nella regione Asia-Pacifico: il 6% dei portafogli azionari adotta infatti questa strategia, sebbene l’adozione complessiva sia finora inferiore rispetto a quella in Occidente e Medio Oriente, dove le strategie fattoriali sono rispettivamente usate dal 14% e 10% dei portafogli azionari.
Benché la gestione passiva continui a essere utilizzata, oltre un terzo degli investitori sovrani intende ridurre le allocazioni passive a favore dell’investimento fattoriale o di approcci alla gestione attiva mirati. Alex Millar, Head of EMEA Sovereigns, Middle East and Africa Institutional Sales di Invesco, ha affermato:
Sebbene gli investitori sovrani siano impegnati in misura crescente sul fronte delle azioni, come growth asset primario, all’interno di questi portafogli azionari si è registrato un autentico cambiamento, di cui hanno principalmente beneficiato le strategie passive. Sebbene le strategie passive siano state i maggiori beneficiari, lo spostamento non è stato proporzionale e netto, bensì sfumato. In prospettiva, le strategie fattoriali dovrebbero beneficiarne maggiormente. Gli investitori sovrani considerano infatti tali strategie come un terzo pilastro tra la tradizionale gestione attiva e passiva.
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