Green bond: Insight Investment (Gruppo BNY Mellon IM) esorta 28 banche ad emetterli

Green bond: Insight Investment (Gruppo BNY Mellon IM) esorta 28 banche ad emetterli

Insight Investment è tra i firmatari originari dei Principles of Responsible Investment dell’ONU ed è pioniera negli investimenti ESG. Nel 2017 ha incluso 43 green bond nei portafogli in gestione e ora invita le banche ad emetterli

Insight Investment, società di gestione appartenente al gruppo BNY Mellon IM, ha inviato una lettera a 28 banche sviluppate ed emergenti, invitandole a considerare l’emissione di green bond. Insight ha esortato le banche a sostenere e promuovere un nuovo concetto di debito, focalizzato sull’ambiente, così da aiutare a indirizzare il mondo verso una traiettoria di maggior sostenibilità.

“I green bond possono dirigere in modo efficace il mondo della finanza verso quei settori e quei business che si stanno adattando a un’economia a basse emissioni di carbonio. Rivolgiamo un appello alle banche per considerare l’emissione di obbligazioni ‘verdi’ come uno strumento per finanziare la transizione verso un futuro più sostenibile. Gli istituti di credito ricoprono un ruolo centrale nel supportare i business “green”, e possono aiutarli a costruire una posizione salda sui mercati”, ha commentato a riguardo Adrian Grey, Chief Investment Officer – Active Management di Insight Investment.

Insight Investment è tra i firmatari originari dei Principles of Responsible Investment dell’ONU ed è pioniera negli investimenti ESG. Nel recente report sugli investimenti responsabili Putting Principles into Practice, Insight ha reso noto di aver incluso 43 green bond nei portafogli in gestione nel corso del 2017.

Nel report Putting Principles into Practice è stato descritto il nuovo sistema di ranking sviluppato da Insight Investment, utile a valutare in che misura le società emittenti riescano a gestire i rischi collegati al cambiamento climatico. Il “climate risk model”, creato per gli investitori istituzionali, è un modello di ranking che valuta i dati pubblicati da 1.900 aziende. Stando agli esiti dell’indagine, la qualità generale dei dati stessi è mediamente bassa, nonostante alcuni casi di eccellenza.

Secondo Grey “oggi la maggior parte delle aziende non offre abbastanza informazioni per permettere agli investitori di valutare in maniera adeguata i rischi associati al cambiamento climatico. Confidiamo comunque che la situazione sia destinata a cambiare rapidamente, in linea con la crescente attenzione degli investitori e delle autorità su questi temi”.


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