Ho scelto il fondo pensione giusto?
Una volta sottoscritta una forma pensionistica integrativa è possibile cambiare fondo, o passare da un comparto di gestione all’altro? Grazie alla flessibilità del sistema di previdenza complementare si, ma con alcuni paletti. Vediamo quali
Quando si sceglie di aderire ad un fondo pensione bisogna valutare diverse variabili, come ad esempio i costi, la dimensione del patrimonio gestito, i rendimenti registrati nel passato e il comparto di investimento più in linea con il proprio profilo.
Le scelte fatte al momento dell’adesione possono essere modificate successivamente e, soprattutto, si può cambiare fondo pensione nel tempo?
Tra le diverse flessibilità previste dal sistema di previdenza complementare vi è anche la possibilità di trasferire la propria posizione individuale da un fondo all’altro. Vediamo come.
Trasferimenti tra fondi pensione
Un aderente al fondo pensione può sempre decidere di cambiarlo volontariamente trasferendo quanto accumulato in un’altra forma pensionistica.
L’unico limite è la permanenza di almeno due anni nel fondo di provenienza, a meno che non si decida di trasferirsi per cambiamenti importanti delle caratteristiche del fondo o delle condizioni economiche.
Un’altra causa che giustifica il trasferimento senza alcun limite temporale è la perdita dei requisiti partecipativi al fondo pensione chiuso, ossia per cambio della categoria lavorativa che ne giustificava l’adesione.
Trasferimento/switch tra comparti di gestione
Un’altra possibilità è quella di cambiare il comparto di gestione rimanendo sempre nello stesso fondo pensione. Per esempio, man mano che l’orizzonte temporale dell’investimento diminuisce, perché si avvicina il momento del pensionamento, può essere utile trasferire il capitale accumulato e iniziare a contribuire in un comparto con un’esposizione azionaria inferiore.
Secondo questa logica vengono costruiti i cosiddetti piani life-cycle, in cui gli switch tra comparti di investimento via via più prudenziali avvengono automaticamente. In ogni caso l’aderente può modificare il comparto per qualsiasi esigenza con il solo limite di un anno di permanenza in quello originario.
Questa condizione temporale, però, non vale nel caso di adesione tacita del lavoratore dipendente al fondo pensione di categoria di riferimento. Questo avviene quando, entro i sei mesi dall’assunzione, il lavoratore non esprime alcuna scelta rispetto alla destinazione del suo TFR, ossia se lasciarlo in azienda o conferirlo alla previdenza complementare. In questa ipotesi il TFR viene fatto confluire automaticamente nel comparto garantito ma potrà essere modificato in qualsiasi momento.
Trasferimento per cambio della professione
L’aderente potrebbe avere la necessità di trasferirsi in un altro fondo pensione nel caso in cui, cambiando professione, perde i requisiti partecipativi al fondo pensione di categoria. Infatti, pur non essendo obbligato a trasferirsi, non può più contribuire e il risparmio previdenziale viene interrotto.
In questa ipotesi, dunque, le possibilità per l’aderente sono tre:
- rimanere iscritto nel fondo pensione senza contribuzione;
- riscattare interamente il capitale accumulato;
- trasferirsi in un altro fondo pensione.
Elaborazione: Propensione.it
L’ultima scelta è la più indicata non solo perché permette di risparmiare per la pensione complementare, ma anche per continuare ad avvalersi dei vantaggi fiscali e delle flessibilità previste.
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