Investire nella nuova rivoluzione industriale: l’AI

Investire nella nuova rivoluzione industriale: l'AI

Con un giro d’affari stimato a 2,9 trilioni di dollari nel 2021, l’intelligenza artificiale è uno dei megatrend più interessanti dei nostri tempi. Per gli operatori italiani è possibile investire in questo settore grazie al Tracker Certificate di Vontobel con ISIN DE000VN9CG96, che da inizio anno vanta un incremento del 34%

L’intelligenza artificiale (AI, Artificial Intelligence) è un ramo dell’informatica che permette la programmazione e progettazione di sistemi che forniscono alle macchine la capacità di svolgere le funzioni e i ragionamenti che caratterizzano la mente umana.

Si tratta di una tecnologia che rivoluziona il modo con cui l’uomo interagisce con la macchina, e le macchine tra di loro, che, assicurano gli esperti, porterà a una nuova rivoluzione industriale. Ma, a differenza delle precedenti, questa volta non sarà il lavoro manuale ad essere delegato alle macchine, ma quello mentale.

Intelligenza artificiale: le origini

La comunità scientifica è concorde nel ritenere che l’intelligenza artificiale sia nata nel 1956 nell’ambito del seminario estivo al Dartmouth College di Hanover, in New Hampshire.

Qui, un team fondato da John McCarthy, Marvin Minsky, Nathaniel Rochester e Claude Shannon ha redatto la “proposta di Dartmouth” che conteneva i quattro temi principali di questa nuova disciplina: le reti neurali, la teoria della computabilità, la creatività e l’elaborazione e il riconoscimento del linguaggio naturale.

Tracce di quella che sarebbe poi diventata l’AI si possono trovare anche negli anni precedenti, ad esempio con i progetti della macchina differenziale e di quella analitica di Charles Babbage (matematico e filosofo inglese vissuto tra il 1791 e il 1871) o con la famosa macchina di Touring.

Dopo anni di intenso studio a livello accademico, è solo negli anni ’80 che l’intelligenza artificiale sbarca nel comparto industriale con la decisione, datata 1982, della statunitense Digital Equipment di utilizzare il suo sistema “R1” per configurare gli ordini per nuovi computer. Nel 1986 poi, si è tornati allo sviluppo delle reti neurali, ossia modelli matematici che si ispirano al funzionamento del cervello umano.

Al giorno d’oggi, sono numerosi gli esempi di intelligenza artificiale, come quelli relativi alla guida autonoma dei veicoli o, più semplicemente, ai termostati per il riscaldamento o ai climatizzatori che aggiustano la temperatura in autonomia. Numerosi anche i settori che si stanno rivoluzionando grazie all’intelligenza artificiale: alcune dimostrazioni si hanno in campo finanziario e medico, ma non solo.

Le criticità dell’intelligenza artificiale

A fronte di un’enorme quantità enorme di benefici, l’AI ha anche dei lati oscuri: nel 2017, in un convegno dei maggiori esperti internazionali sul tema promosso dal Future of Life Institute, è stato redatto un documento contenente 23 principi per affrontare i problemi etici, sociali, culturali e militari dell’intelligenza artificiale (cosiddetti principi di Asilomar).

Anche in Europa sono state dettate delle linee guida per il settore, formate da sette principi:

  • costante controllo umano;
  • algoritmi sicuri, affidabili e resistenti, in modo tale che il sistema non venga messo in pericolo;
  • informazione dei cittadini sull’utilizzo dei loro dati, in linea con la normativa UE sulla privacy;
  • tracciabilità dei sistemi di AI;
  • accessibilità garantita a tutti;
  • utilizzo dei sistemi per obiettivi di sviluppo sostenibile;
  • responsabilità, riportando i dati e gli algoritmi utilizzati nei sistemi per ridurne gli eventuali impatti negativi.

Intelligenza artificiale: le previsioni sul giro d’affari

Il rapido sviluppo dell’intelligenza artificiale è destinato a creare un giro d’affari enorme: secondo un report pubblicato ad agosto 2019 da Gartner, nel 2021 l’aumento dell’intelligenza artificiale creerà 2,9 trilioni di dollari di valore e 6,2 miliardi di ore lavorative in più.

Altre stime meno recenti del McKinsey Global Institute evidenziano come le tecnologie AI potranno sbloccare dai 9,5 ai 15,4 trilioni di dollari in valore di business annuale a livello globale. Per DataCorp invece, gli investimenti nelle tecnologie di intelligenza artificiale da parte delle aziende saliranno a 52 miliardi di dollari annuali nel 2021.

Investire nel macrotrend dell’AI


Fonte: Solactive AG

Un mercato con potenzialità decisamente interessanti come quello dell’intelligenza artificiale costituisce un’interessante opportunità di investimento. In quest’ambito, l’emittente svizzero Vontobel ha creato un prodotto per permettere agli investitori di beneficiare delle interessantissime opportunità che le aziende del settore offrono. Dalla collaborazione con Solactive AG è quindi nato il Solactive AI Performance Index.

Il paniere è un Net Total Return, che prevede quindi che le eventuali cedole e le altre distribuzioni nette vengano reinvestite all’interno dell’indice, e attualmente conta 20 società.

I titoli che compongono il listino vengono selezionati dal team di Solactive tra società che presentano una quota di ricavi e di investimenti rilevanti nell’AI, quotate in una Borsa regolamentata, con una capitalizzazione di mercato superiore ai 750 milioni di euro e un volume medio di scambio giornaliero superiore al milione di euro (nei tre mesi precedenti al giorno di selezione).

In aggiunta, viene assegnato un punteggio basato su cinque criteri: free cash flow nell’esercizio precedente, crescita dei ricavi negli ultimi 5 anni, spese per ricerca e sviluppo nell’ultimo esercizio, margine di profitto nell’ultimo esercizio e posizione finanziaria nell’ultimo esercizio.

L’indice può contenere dalle 14 alle 20 società, suddivise tra cinque “settori rilevanti”: applicazioni AI e industria AI (da 5 a 10 società), piattaforme hardware AI (da 2 a 5), piattaforme software AI (da 5 a 10) e piattaforme Big Data (da 2 a 5). Oltre a questo, l’indice ridefinisce e ripondera la sua composizione due volte all’anno.

Il Solactive AI Performance Index è calcolato su base 100 punti dal 18 settembre 2017. La valuta dell’indice è il Dollaro USA.

Solactive AI Performance Index: la composizione

All’ultimo ribilanciamento dell’indice, datato 6 settembre 2019, le 20 società che lo compongono sono: Alibaba, Alphabet, Amazon, Apple, ASML Holding, Blackrock, Boeing, Facebook, Intel, International Business Machines (IBM), Microsoft, Nvidia, Qualcomm, Salesforce.com, SAP, Servicenow, T Rowe Price, Tencent, Twitter e YY. A livello valutario, le società quotate in dollari Usa presentano una netta predominanza (84,5%), seguite da quelle in euro (10,9%) e in dollari di Hong Kong (4,7%).

Dalla sua creazione, il paniere ha evidenziato una performance positiva del 40,54%, segnando proprio lo scorso 5 novembre un nuovo massimo storico (dati aggiornati al 5 novembre 2019).

Dalla data dell’ultimo ribilanciamento, le performance migliori sono state segnate da Apple (+20,36%), Blackrock (+14,67%) e Nvidia (+14,57%). Twitter (-34,49%), Servicenow (-8,68%) e Tencent (-2,74%) sono invece i titoli che hanno maggiormente penalizzato il Solactive AI Performance Index.

(Fonte dati: Bloomberg, aggiornamento alle 16:51 del 6 novembre 2019)

Twitter e Servicenow: quali prospettive per le worst performer?

Come detto prima, le due società peggiori del Solactive AI Performance Index sono Twitter (ponderazione del 3,35%) e Servicenow (ponderazione del 4,63%). Vediamo le loro prospettive secondo l’analisi tecnica, osservandole sul grafico settimanale.


Fonte: Bloomberg

Dal weekly chart di Twitter è evidente come la struttura tecnica sia peggiorata notevolmente nel corso di ottobre 2019, dove dopo essere state respinte dalla linea di tendenza che unisce i top di aprile 2015 a quelli del giugno 2019, le quotazioni hanno effettuato il deciso breakout della trendline ottenuta collegando i minimi di aprile a quelli dell’ultima ottava di ottobre 2017.

I prezzi sembrano ora diretti verso il supporto di area 26,60 dollari, dove transitano la media mobile semplice a 200 settimane, il livello statico ereditato dai lows di aprile 2018 e il 61,8% del ritracciamento di Fibonacci disegnato dai minimi di aprile 2017 ai massimi di giugno 2018.

Una violazione di questo livello sarebbe fatale al titolo, in quanto non vi sarebbe nessuna zona di concentrazione di domanda prima dei 20 dollari ad azione.


Fonte: Bloomberg

Discorso differente quello che riguarda Servicenow, le cui quotazioni sono inseriti in un forte uptrend, che solo lo scorso luglio ha segnato nuovi massimi storici a 303,17 dollari.

Nella quarta settimana di ottobre, i venditori hanno tentato un’accelerazione, venendo prontamente fermati dalla linea di tendenza disegnata con i lows di febbraio 2016 a quelli di novembre 2018.

Il successivo riassorbimento ha permesso ai prezzi di dare vita ad un pattern di Hammer rialzista, che potrebbe far proseguire la tendenza positiva di lungo periodo già nelle prossime settimane. In quest’ottica, un segnale positivo si avrà alla rottura del livello dinamico ottenuto con i massimi della terza e quarta settimana di luglio 2019.

Al contrario, indicazioni negative si avranno solo alla discesa da parte dei corsi al di sotto dei 213 dollari.

Investire nell’AI con la soluzione di Vontobel


Fonte: Vontobel

Gli investitori italiani che volessero investire in un macrotrend ricco di opportunità come quello dell’intelligenza artificiale possono contare sul Tracker Certificate di Vontobel con ISIN DE000VN9CG96. Il Certificato replica (in linea di principio in modo lineare, 1:1), l’andamento dell’indice Solactive AI Performance.

Emesso sul SeDeX di Borsa Italiana ad un prezzo di 100 euro il 24 gennaio 2018, il prodotto vanta una performance del +34% da inizio anno (dati Vontobel al 5 novembre 2019). Il Certificate prevede una commissione di gestione dell’1,20% e scadrà il 24 gennaio 2023.


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