Argentina: sui mercati prevale la tensione in vista delle elezioni presidenziali
Il prossimo 27 ottobre si terranno le elezioni presidenziali in Argentina, le quali contribuiscono ad accrescere l’incertezza che alimenta il clima di sfiducia che grava sul Paese. Per Thierry Larose, Portfolio Manager di Vontobel Asset Management, la situazione di elevata inflazione nel Paese è da attribuirsi a fenomeni di natura politica
In Sud America una delle preoccupazioni più grandi al momento è la crisi venezuelana, con una popolazione messa in ginocchio e l’inflazione alle stelle (per approfondire ).
Si deve però ricordare che il prossimo 27 ottobre si terranno le elezioni presidenziali in Argentina, le quali contribuiscono ad accrescere l’incertezza che alimenta il clima di sfiducia che grava sul Paese. A questo si uniscono le paure per una possibile rielezione di Cristina Fernandez de Kirchener, che nel 2015 ha dovuto rinunciare ad un terzo mandato a causa delle accuse di corruzione.
Anche per il Paese argentino la crescita dell’inflazione è una delle principali cause del caos, in quanto colpisce direttamente il reddito disponibile del popolo. Secondo Thierry Larose, Portfolio Manager di Vontobel Asset Management, l’inflazione in Argentina è un fenomeno politico e non tanto uno monetario o fiscale.
Per l’esperto, l’unico modo per uscire da questa situazione è quella di far tornare la fiducia nella capacità del Governo di affrontare in modo credibile le problematiche che affliggono il Paese.
Se ciò non dovesse accadere, si entrerebbe in un circolo vizioso per la quale l’aumento della forza della valuta per contenere l’inflazione ha influenze negative sulla crescita e provoca conseguenze sui conti con l’estero. “Questa è stata la causa della crisi dello scorso anno a seguito del fallimento dell’«approccio graduale» del presidente Mauricio Macri per allentare le riforme economiche del Paese”, sostiene Larose.
In questo quadro, il Banco Central de la República Argentina e il Ministero delle Finanze del Paese stanno rispettando gli obiettivi riguardanti il controllo degli aggregati monetari e di avanzo primario posti dall’FMI.
Il Portfolio Manager di Vontobel commenta: “Fino alla fine del 2020, il governo dovrebbe essere in grado di vivere delle risorse fornite dal FMI e di disporre di riserve in dollari USA sufficienti per far fronte ai propri obblighi finanziari (ad esempio, il rimborso del debito estero) in modo da non dover attingere ai mercati per ottenere del capitale aggiuntivo”.
I risultati dei sondaggi: Cristina Fernandez de Kirchener davanti a Macri
Al momento, i sondaggi danno Cristina Fernandez de Kirchener favorita rispetto a Macri, “ma ciò non è statisticamente diverso dalla situazione opposta che ha prevalso fino a poco tempo fa”, commenta Thierry Larose, il quale aggiunge che la situazione dovrebbe rimanere fluida nei prossimi sei mesi. I risultati dei sondaggi sono sintomo di un “deterioramento della credibilità del governo, ma è possibile un’inversione di tendenza”.
Mercati in una “zona di panico”
La situazione di alta tensione sui mercati riflette il ricordo degli operatori sull’ampia storia di situazioni molto negative dell’Argentina. Secondo Larose però, “la reazione del mercato è dovuta principalmente alla dissonanza cognitiva di persone che non avrebbero dovuto investire in Argentina. Nessuno può essere certo di dove si trovi il fondo, ma è molto probabile che il valore profondo dei beni sarà rivelato una volta che le mani deboli saranno state espulse dal mercato”.
Per l’esperto, gli investitori dei mercati emergenti potrebbero trovare dei rapporti di rischio/rendimento estremamente interessanti nelle varie sottoclassi di asset dell’Argentina.
Fonte: https://www.money.it/argentina-tensione-per-elezioni-presidenziali-inflazione
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