Elezioni Italia: il commento al voto dei protagonisti del risparmio gestito

Elezioni Italia: il commento al voto dei protagonisti del risparmio gestito

Le elezioni italiane di domenica 4 marzo hanno fornito un messaggio chiave: l’Italia, così come si sono presentati al voto i vari schieramenti politici, è ingovernabile. Al netto dell’ottimo risultato ottenuto dal Movimento 5 Stelle e della Lega Nord, per la prima volta nella sua storia prima forza politica del centro destra, nessuna coalizione riesce ad avere i numeri necessari per formare il nuovo Governo.

In questo clima, che nelle prossime ore e nei prossimi giorni andrà a delinearsi meglio in base alle dichiarazioni dei diversi leaders politici, Piazza Affari ha visto le vendite protagoniste fin dalle prime battute di mercato. Quella odierna è un’occasione di acquisto o un campanello d’allarme sia per il mercato azionario che quello obbligazionario? Di seguito Money.it ha raccolto i commenti sul voto di alcuni gestori.

Difficile uscita dall’euro nonostante risultato euroscettici

L’ottimo risultato di M5S e Lega segna un netto avanzamento della corrente euroscettica. Azad Zangana, Senior European Economist & Strategist di Schroders, non vede tuttavia in questo un rischio concreto per l’Italia. “Il rischio di uscita dell’Italia dall’euro e dall’Unione Europea è basso, poiché la Costituzione non permette un voto su questi temi e, per cambiare la Carta, serve una maggioranza dei due terzi del Parlamento, che i partiti euroscettici non hanno”. Per l’analista invece il rischio principale è uno slittamento a livello fiscale e la possibilità di passi indietro sulle importanti riforme approvate negli ultimi anni. Elemento che “metterebbe l’Italia in rotta di collisione con la Commissione Europea e potrebbe anche svegliare i cosiddetti bond vigilantes”.

Per il sistema italiano in questa fase diventa molto importante capire l’atteggiamento degli investitori internazionali nei confronti del debito pubblico italiano. “Un Governo guidato da partiti estremisti potrebbe spingere gli investitori internazionali a vendere i titoli di Stato italiani”, prosegue Zangana, secondo cui però per il momento gli acquisti di bond da parte della Banca centrale europea “probabilmente preserveranno la calma sui mercati” anche se non va dimenticato come verso fine 2018 la Bce potrebbe porre fine al Quantitative Easing rendendo l’Italia “più vulnerabile”.

Flessioni della moneta unica europea impatterebbero su diverse asset class

Parlando proprio di Bce, all’indomani del voto italiano diventa ora ancor più importante la riunione prevista per giovedì 8 marzo. “Da sempre l’Italia era destinata ad essere il Paese in cui le problematiche relative alla costruzione dell’Eurozona sarebbero emerse in modo più acuto”, ha dichiarato Antoine Lesné, responsabile strategia e ricerca di SPDR ETFs per l’area EMEA, secondo cui “la forza dell’Euro potrebbe subire una battuta d’arresto fino a quando non si avrà maggiore chiarezza”.

Flessioni della moneta unica europea che potrebbero “inevitabilmente avere un impatto su altre asset class denominate in euro, almeno fino a quando il mercato non sposterà la sua attenzione sul prossimo importante evento europeo di questa settimana, ovvero il meeting della Banca Centrale Europea”.

I prossimi passi: verso un Governo di transizione?

Le negoziazioni tra i diversi partiti politici sono iniziate già ieri sera e ora vi sarà circa un mese per trovare un accordo. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella dovrebbe indicare il Premier tra il 30 marzo e il 6 aprile. Se nel breve termine difficilmente la BCE cambierà il suo atteggiamento nei confronti dell’Italia, “le domande arriveranno nel caso che alla guida ci sia un governo populista che non si fida delle istituzioni europee”, ammonisce Philippe Waechter, Chief Economist di Natixis Investment Managers.

Per l’economista “la terza economia più grande della zona euro è tentata a prendere una nuova direzione e questo è fonte di preoccupazione per tutti i democratici europei”. Preoccupazioni che crescono se si guarda in avanti. “Non essendoci una netta maggioranza, la tentazione è quella di formare un governo tecnico con un programma di riforma della legge elettorale per raggiungere la stabilità politica. In questo modo possiamo aspettarci che l’arrivo di un governo populista possa essere posticipato di 6-12 mesi e non di più”.

Quella di un Governo di transizione è un’ipotesi avanzata anche da Alessandro Tentori, Chief Investment Officer di AXA IM Italia. Per l’esperto questa ipotesi potrebbe “favorire la performance delle classi di attivo Italiane, supportate da segnali molto positivi sul lato macroeconomico”.


Fonte: https://www.money.it/Elezioni-Italia-il-commento-al

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