La roadmap dell’Europa per la finanza sostenibile
“Le nostre proposte consentiranno agli investitori e ai singoli cittadini di effettuare una scelta chiara, di modo che il loro denaro sia utilizzato in maniera più responsabile e a beneficio della sostenibilità”.
Così Frans Timmermans, Primo Vice-Presidente della Commissione Europea, ha commentato il Piano d’Azione sulla finanza sostenibile pubblicato lo scorso 8 marzo.
Con questo documento, Bruxelles si dota di una tabella di marcia per rafforzare il ruolo della finanza nella transizione verso un’economia sostenibile, in linea con l’Accordo di Parigi sul clima.
Le misure puntano a:
- orientare i flussi di capitale verso investimenti sostenibili;
- gestire i rischi finanziari che derivano dal cambiamento climatico, dal consumo di risorse, dal degrado ambientale e dalle disuguaglianze sociali;
- migliorare la trasparenza e incoraggiare un approccio di lungo periodo delle attività economico-finanziarie.
Il Piano recepisce le raccomandazioni dell’High-Level Expert Group on Sustainable Finance – un gruppo di esperti sulla finanza sostenibile costituito dalla stessa Commissione nel dicembre 2016.
Ecco, in sintesi, le dieci azioni:
- introdurre una “tassonomia” dell’UE per la finanza sostenibile, ovvero un sistema condiviso di definizione e classificazione dei prodotti e dei servizi considerati sostenibili;
- creare standard e certificazioni di qualità UE per i green bond, con l’obiettivo di sostenere la credibilità del mercato e rafforzare la fiducia degli investitori (successivamente l’iniziativa potrebbe estendersi ad altri prodotti finanziari);
- incrementare gli investimenti verso infrastrutture sostenibili sia negli Stati membri, sia nei Paesi partner;
- introdurre modifiche alle direttive MiFID II e IDD e alle linee guida ESMA sulla valutazione di adeguatezza dei prodotti, in modo tale da richiedere ad asset manager e compagnie assicurative di tener conto delle preferenze dei clienti in materia di sostenibilità nell’ambito dei servizi di consulenza;
- rendere più trasparenti le metodologie adottate dagli index provider nella costruzione dei benchmark di sostenibilità, prevedendo una specifica iniziativa di armonizzazione degli indici low-carbon;
- incoraggiare l’integrazione dei criteri ESG (Environmental, Social and Governance) da parte delle società di rating e di ricerca di mercato;
- avanzare una proposta legislativa per includere i criteri di sostenibilità nella definizione di dovere fiduciario, che vincola gli investitori istituzionali ad agire nel migliore interesse dei beneficiari;
- analizzare la possibilità di introdurre riduzioni dei requisiti patrimoniali minimi delle banche sugli investimenti sostenibili (il cosiddetto “green supporting factor”), nel caso in cui i profili di rischio siano effettivamente inferiori;
- migliorare qualità e trasparenza della rendicontazione non finanziaria delle imprese, allineando le attuali linee guida sui rischi climatici alle raccomandazioni della Task Force on Climate-related Financial Disclosuresdel Financial Stability Board;
- incoraggiare l’integrazione dei criteri ESG e l’adozione di un approccio di lungo periodo nei processi decisionali dei Consigli di Amministrazione.
Per approfondire:
Comunicato Stampa, documento completo e factsheet sono disponibili online sul sito della Commissione UE a questo link
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