Pianificazione finanziaria: da rapporto Consob Italia Paese ancora poco evoluto
Dal quadro dipinto nel IV Rapporto Consob sulle scelte finanziarie delle famiglie italiane emerge un Paese ancora poco evoluto per quanto riguarda le scelte di pianificazione finanziaria. Un terreno dove i consulenti finanziari possono farsi largo
Dal IV Rapporto Consob sulle scelte finanziarie delle famiglie italiane è emerso che la capacità di risparmio di queste ultime (rispetto al reddito disponibile) continua a calare ed è strutturalmente sotto la media europea da almeno 15 anni. Questo trend da cosa dipende? È tutta colpa dell’abbassamento dei salari medi reali o gli italiani hanno qualche colpa in materia?
La fotografia Consob: italiani poco attenti alla pianificazione finanziaria
Secondo il rapporto Consob gli italiani non sono esenti da colpe poiché meno di un italiano su due tiene una pianificazione finanziaria e risparmia in modo regolare.
La maggior parte delle famiglie italiane – sottolineano li esperti Consob - si caratterizza per una capacità ancora contenuta di pianificazione e monitoraggio delle scelte finanziarie (cosiddetto financial control): il 40% circa degli intervistati non tiene un bilancio familiare; il 70% delle famiglie dichiara di controllare le spese, ma solo il 30% ne tiene traccia scritta; solo un terzo degli intervistati dichiara di avere un piano finanziario e di controllarne gli esiti.
Le famiglie intervistate risparmiano in modo regolare (soprattutto per motivi precauzionali) in meno del 40% dei casi e in modo occasionale nel 36% dei casi; il 25% non accantona nulla, soprattutto per vincoli di bilancio.
In generale, il risparmio regolare è più frequente tra i soggetti più abbienti; rilevano tuttavia anche le conoscenze finanziarie e le competenze percepite, l’abitudine a pianificare e talune inclinazioni (tra cui l’auto-efficacia, l’ansia finanziaria e l’avversione alle perdite).
Italiani e consulenza finanziaria: un feeling ancora da costruire
Secondo Consob gli italiani sono ancora e troppo dipendenti dalla cultura del “fai-da-te”. Così il IV Rapporto Consob sulle scelte finanziarie delle famiglie italiane:
“Più del 50% degli intervistati non è in grado di definire in cosa consista il servizio di consulenza in materia di investimenti; nella scelta del consulente contano la fiducia e l’indicazione dell’istituto bancario di riferimento. Circa l’80% degli investitori è convinto che la consulenza sia gratuita ovvero non è in grado di dire se essa venga remunerata, mentre il 48% circa non è disposto a pagare per il servizio”.
Dopo aver ricevuto la raccomandazione, più del 60% degli italiani intervistati segue il consiglio mentre il 10% chiede una second opinion. Il 30% circa dei risparmiatori che si affidano a un consulente o a un gestore dichiara di non aver avuto alcun contatto con il professionista di riferimento nel corso dell’anno precedente.
Tra gli investitori che incontrano regolarmente il proprio consulente, gli argomenti principali di conversazione riguardano, dopo l’andamento dell’investimento, gli aggiustamenti di portafoglio resi necessari dalla congiuntura di mercato. In caso di turbolenze finanziarie, infine, soltanto il 20% degli investitori si rivolge al consulente o viene da questi contattato.
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