Finanza di genere: donne italiane poco coinvolte nella pianificazione finanziaria

Finanza di genere: donne italiane poco coinvolte nella pianificazione finanziaria

Secondo uno studio di UBS Global Wealth Management le donne gestiscono le finanze quotidiane, ma raramente la pianificazione o gli investimenti a più lunga scadenza. Eppure un ruolo da protagonista consente di mettersi al riparo dalle sorprese e di contribuire ad una maggiore serenità di lungo termine

Uno studio di UBS Global Wealth Management rivela che il coinvolgimento delle donne negli investimenti finanziari è ancora limitato.

Nonostante ormai l’85% delle donne condivida con il coniuge responsabilità di tipo generico, solamente poco più di un quarto (23%) delle donne sposate si occupa di pianificazione finanziaria a lungo termine, come investimenti e assicurazioni.

Questa tendenza è particolarmente accentuata fra gli High Net Worth Individuals (HNWI), ossia la fascia di popolazione con maggiori disponibilità, dove la maggior parte delle donne (58%) in tutto il mondo delega al marito le decisioni finanziarie di lungo termine, nonostante la ricerca di uguaglianza in altre aree della vita.

"Questa tendenza si rispecchia anche in Italia, dove una grande maggioranza delle donne sposate (89%) e con disponibilità finanziarie elevate interviene in prima persona o condivide la responsabilità in modo uguale con il coniuge quando si tratta di spese quotidiane. Quando si tratta però di prendere decisioni a lungo termine meno di tre donne sposate su dieci prendono l’iniziativa - ha commentato Paolo Federici, UBS GWM Market Head Italy-. Per assumere un ruolo più attivo anche sugli investimenti e pianificare correttamente il loro futuro, le donne hanno necessità di comprendere più a fondo il quadro generale e la propria situazione finanziaria. Il consulente di Private banking può rappresentare un aiuto concreto nel dare risposta alla crescente esigenza delle donne italiane di essere sempre più protagoniste del proprio benessere finanziario".

La nuova edizione dell’UBS Investor Watch pubblicata oggi getta una luce sul ruolo attivo delle donne nella pianificazione familiare di lungo termine, nel mondo e in Italia. Vediamone i dettagli.

Le donne sono ancora molto concentrate sul breve termine quando si tratta di finanze

Nel contesto dei Paesi sviluppati, il trend in Italia è incoraggiante in quanto le decisioni finanziarie di lungo termine sono demandate esclusivamente al coniuge nel 52% dei casi contro il 60% della Germania, il 62% del Regno Unito e il 71% di Hong Kong.

D’altro canto, sono ancora proporzionalmente poche le donne che prendono decisioni in completa autonomia: 19% in Italia contro il 22% di Regno Unito e oltre il 30% di Messico e Brasile.

Le ragioni della delega, parziale o totale, sono riconducibili ad un senso di inadeguatezza rispetto all’alto livello di conoscenza della materia finanziaria richiesto per prendere buone decisioni di investimento (73%), unito ad una tendenza a focalizzarsi sui bisogni più urgenti (85%). Non sempre i mariti sembrano essere di aiuto in questo percorso, visto che 7 donne su 10 affermano di essere state scoraggiate dal coniuge rispetto a un coinvolgimento attivo.

Le donne millennials sono le più inclini ad affidarsi ai mariti

In linea con il trend globale e con un risultato per alcuni versi sorprendente, il protagonismo nella gestione risulta essere inversamente correlato con l’età. Sono infatti le donne più giovani (dai 20 ai 34 anni) a delegare maggiormente al proprio partner (65%), al fine di potersi dedicare ai propri progetti di vita famigliare o professionale. Tale dato scende al 36% nel caso delle donne over 50.

Le sorprese in materia di gestione finanziaria non sono rare

Di fronte alla gestione delle proprie finanze, il 71% delle donne italiane vedove o divorziate e con disponibilità finanziarie importanti dichiara di non essersi trovata finanziariamente preparata per la vita dopo il divorzio o dopo la scomparsa del coniuge. Molte donne hanno cercato sostegno in questi casi: quasi la metà (46%) di loro lo ha fatto rivolgendosi a un consulente finanziario, mentre il 33% ha scelto il proprio avvocato.

E qui arrivano altre sorprese: la maggioranza (58%) delle donne italiane vedove o divorziate dichiara inoltre di avere riscontrato una situazione finanziaria diversa da quella che si sarebbe aspettata. 4 vedove o divorziate italiane su 10 hanno scoperto che il coniuge aveva fornito sostegno finanziario a qualcun altro nel corso della vita coniugale, mentre il 36% rileva che il coniuge aveva nascosto loro alcune spese. Con una nota più positiva, il 41% delle donne ha avuto la fortuna di scoprire di avere più risorse del previsto.

Alla luce di queste esperienze, l’88% delle vedove o divorziate consiglia una migliore comprensione e una partecipazione più attiva alla pianificazione delle finanze familiari mentre l’86% suggerisce di prendere provvedimenti attivi per garantirsi una maggiore preparazione in materia.

Federici ha chiosato:

"Il 94% delle donne che condividono le decisioni finanziarie di lungo periodo con i loro partner si sentono più serene rispetto al loro futuro. Che sia per migliorarlo o per difenderlo, partecipare alla pianificazione finanziaria della coppia o della famiglia è un viaggio da intraprendere al fianco di una controparte qualificata che possa aiutare sia dal punto di vista tecnico sia emozionale".


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